Torre Manfria, no opposizione all’acquisto: pro-Greco escono, rotto idillio con “responsabili”

 
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Gela. Tra ieri e oggi la tensione politica a Palazzo di Città non si è affatto smorzata. In aula, l’opposizione di centrodestra e quella progressista hanno dimostrato di non essere per nulla convinte dell’opportunità di approvare l’atto che darebbe il via libera all’operazione di acquisizione della Torre di Manfria. Il parere dei revisori non ha dato troppe certezze e l’attuale situazione finanziaria del municipio non favorisce. I consiglieri comunali di FdI Ignazio Raniolo, Salvatore Scerra e Pierpaolo Grisanti e le progressiste Virginia Farruggia e Alessandra Ascia, hanno posto una serie di obiezioni procedimentali ma anche sui contenuti dell’atto. La copertura per l’acquisizione e per il progetto di restauro (con un totale di 350 mila euro) arriverà dalle compensazioni di Eni. La multinazionale ha autorizzato. Il diritto di prelazione va esercitato entro il 2 luglio, altrimenti andrà in porto il passaggio ad un altro privato. Scerra ha sottolineato, in maniera veemente, che gli atti “saranno trasmessi alla Corte dei Conti e alla procura”. “Non farò fare affari ad altri – ha detto – visto che mi si accusa di fare affari”. Le valutazioni si muovono intorno al parere dei revisori, non obbligatorio ma richiesto “visto il momento che affronta l’ente”, ha detto il segretario generale Carolina Ferro. Per le opposizioni, non ci sono i tempi per l’inserimento della procedura negli atti propedeutici al bilancio. L’attuale situazione finanziaria del municipio, privo di atti di bilancio, è un deficit che potrebbe bloccare l’acquisizione. La gestione del bene, nell’eventualità di un acquisto, secondo gli organi di controllo potrebbe non rientrare nei parametri di spesa al momento ammissibili. Anche il civico Rosario Faraci ha parlato dell’assenza di una programmazione idonea sulla Torre di Manfria. Un ritardo che potrebbe diventare fatale. “E’ un limite nostro – ha detto – in questo ente si corre dietro alle emergenze. Non ha capacità progettuale. Ma la politica deve avere una visione”. Faraci ha annunciato il voto contrario, certo che un privato potrà veramente valorizzare la Torre. Ascia ha ribadito che la procedura andava ricompresa nel piano triennale delle opere pubbliche. “E’ un atto non votabile – ha detto – più di un anno e mezzo fa presentammo una mozione per chiedere di esercitare la prelazione. L’amministrazione non ha determinato le condizioni per l’acquisto”. L’indipendente Luigi Di Dio ha invece spiegato che “non c’è il coraggio di scegliere”. Il consigliere pro-Greco ha fatto capire che la linea dell’opposizione è più che altro guidata dalla volontà di mandare un messaggio politico al sindaco e alla sua amministrazione. “Prima votano a favore per l’acquisizione – ha detto e ora invece si sostituiscono alla burocrazia per dire che non si può votare l’atto”. Il consigliere Dc Vincenzo Cascino si è soffermato sull’importanza del sito e si è schierato per un voto favorevole all’atto. “E’ un patrimonio che non possiamo dare a terzi, ai privati”, è intervenuto. Per il leghista Emanuele Alabiso, i ritardi nella trasmissione degli atti rilasciati dagli organi di controllo, non danno certezze. “Ero per l’acquisto ma con queste condizioni voterò contro”, ha detto. Il capogruppo di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli ha toccato subito il punto. “Quella dell’opposizione è una scelta politica – ha detto – hanno parlato di illegittimità e di atti che non si possono votare e tutto questo è stato escluso. L’avvento di un privato non dà certezza di un rilancio della Torre. Non sappiamo cosa accadrà. Non mi pare che sia stata annunciata una volontà da mecenate del privato che acquisterà. E’ un’azione politica che vede parte di questo consiglio comunale preferire un privato all’ente pubblico, che potrebbe ricercare finanziamenti per ristrutturare e ha ottenuto fondi delle compensazioni. Si assumano la responsabilità politica di aver deciso di non dare seguito a quello che loro stessi avevano richiesto”. Greco, come Morselli, non ha potuto fare a meno di riferirsi alle “contraddizioni” dell’opposizione.

“A marzo – ha detto – tre consiglieri hanno presentato una mozione per l’acquisizione della Torre attraverso il diritto di prelazione. Oggi, abbiamo un voltafaccia. Non posso che prendere atto che una parte significativa di questo consiglio comunale non va verso la scelta opportuna. Non è vero che l’amministrazione non ha un progetto. Interventi arrivano anche da consiglieri che sono stati in amministrazione con un loro assessore e ora mi dicono che non abbiamo mai avuto una programmazione. Sono fatti all’evidenza. La città, secondo voi, non vede, non capisce? Queste scelte alla fine vanno nella direzione di aiutare la città? Tutti siamo di passaggio, io per primo. Nessuno può ritenere di essere già con la vittoria in mano per le prossime amministrative. Con scelte come queste non si fa l’interesse pubblico. Abbiamo le risorse per l’acquisto. Ci sono fondi da entrate straordinarie. Non possiamo farci commissariare dai revisori. Si sta andando oltre”. L’assessore Salvatore Incardona, che è anche consigliere, ha contestato le modalità adottate dall’opposizione. “Si sono fatte chiacchiere da bar – ha sottolineato – noi abbiamo perorato l’acquisizione perché la città ce lo ha chiesto. Purtroppo, non lo potremmo fare. Non ho paura dei revisori e ci metto la faccia”. A differenza di quello che è accaduto negli ultimi mesi, fino a prima delle dimissioni, questa volta i “responsabili” non hanno sostenuto l’iniziativa dell’amministrazione e insieme al centrodestra hanno scelto di stoppare l’acquisizione della Torre di Manfria. Al momento del voto, però, i pro-Greco hanno puntato al contropiede. Sono usciti dall’aula facendo mancare il numero legale, in evidente dissenso con le scelte politiche dell’opposizione. Otto no alla proposta di acquisizione e quattro sì non sono bastati. In aula si tornerà tra un’ora oppure domani. Evidentemente, il ritorno in municipio del sindaco Lucio Greco non è piaciuto ai “responsabili”, che le prime risposte le hanno iniziate a far pervenire.

2 Commenti

  1. la Torre di Manfria è stata costruita quale presidio militare di avvistamento dall’allora re quindi dallo Stato su un terreno privato per cui la stessa è demanio dello Stato sarebbe opportuna una seria visura storico catastale

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