Tre giorni di sciopero per gli operai della Nuova X Gamma: “L’indotto Eni sta diventando terra di conquista”

 
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Gela. “Rischiamo che questa raffineria si trasformi in terra di conquista. Gli operai che lavorano hanno il sacrosanto diritto di essere pagati”.

“Stipendi sempre in ritardo”.  Lo dice chiaramente il sindacalista della Fiom Cgil Paolo Di Benedetto davanti ai cancelli della fabbrica Eni mentre è in corso il sit in degli undici lavoratori della Nuova X Gamma. Lo sciopero è stato fissato per tre giorni. I lavoratori chiedono che gli stipendi, in arretrato di tre mensilità, vengano pagati regolarmente. “Siamo alle dipendenze – dicono – di una delle pochissime aziende dell’indotto Eni che, nonostante la crisi, continua a lavorare e a ricevere nuove commesse. Perché dobbiamo sopportare ritardi così vistosi e continui degli stipendi?”. L’azienda ha comunicato l’esigenza di far fronte a difficoltà di cassa che riguarderebbero non solo il sito di Gela ma anche altri sparsi in Italia. “Noi siamo disposti ad andare trasferta – ripetono gli undici operai – ma dobbiamo avere il minimo indispensabile per sostentarci. Abbiamo sempre accontentato l’azienda, dicendo si’ a dilazioni degli stipendi ma adesso non riusciamo più ad andare avanti. Non si può lavorare senza essere pagati”. Molti di loro vennero assorbiti dalla mobilità dopo aver chiuso il rapporto lavorativo con la Procontrol, altra azienda impegnata nel settore dei controlli non distruttivi. Fiom e Fim hanno chiesto un incontro in prefettura sul caso della Nuova X Gamma.

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