Trucidato in campagna, la Cassazione annulla la condanna di Cassarà

 
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Gela. Annullata con rinvio ai giudici della corte d’assise d’appello di Catania la sentenza
di condanna all’ergastolo nei confronti di Emanuele Cassarà, accusato dell’omicidio di Orazio Attardi, freddato nell’ottobre di ventiquattro anni fa in contrada Casamastra.

Sono stati i giudici di cassazione a disporre l’annullamento con rinvio a seguito del ricorso presentato dal legale del quarantacinquenne, l’avvocato Danilo Tipo.
I magistrati di cassazione, invece, hanno confermato la condanna all’ergastolo per lo stesso imputato rispetto all’esecuzione del niscemese Giuseppe Trainito, finito a colpi di pistola calibro 7,65 in contrada Saburgio. Si tratta di due omicidi messi a segno nel pieno della guerra di mafia che insanguinò la città a cavallo tra anni ’80 e ’90.
La decisione dei magistrati romani arriva dopo le condanne incassate da Cassarà sia in primo grado, davanti alla corte d’assise di Caltanissetta, che nel grado d’appello.
Stando ai giudici chiamati a decidere, Cassarà deliberò l’omicidio di Giuseppe Trainito, fornendo la 7,65 utilizzata nell’agguato messo a segno da Giuseppe Areddia, Salvatore Di Dio e Emanuele Trainito, successivamente deceduti. In base alla ricostruzione, inoltre, Cassarà si sarebbe servito dell’allora minorenne E.T., oggi collaboratore di giustizia, sottoposto a procedimento per gli stessi fatti ma davanti ai giudici del tribunale dei minori di Caltanissetta. Giuseppe Trainito venne ucciso nel settembre di ventiquattro anni fa.
Un mese dopo, il commando sarebbe entrato in azione nelle campagne di contrada Casamastra con l’obiettivo di colpire proprio Orazio Attardi.
Anche in questo caso, venne utilizzata una pistola calibro 7,65. Stando ai giudici di primo e secondo grado che lo condannarono all’ergastolo, l’imputato non si sarebbe limitato ad organizzare l’agguato, messo a segno sempre da Areddia, Di Dio e Trainito, ma avrebbe partecipato materialmente all’azione. La morte di Attardi sarebbe stata deliberata anche da Emanuele Iozza.
Adesso, però, i giudici di cassazione hanno deciso l’annullamento sul caso di quest’esecuzione, confermando invece l’ergastolo rispetto all’omicidio di Giuseppe Trainito. In tutti i procedimenti scaturiti dalla ricostruzione dei due omicidi, i familiari delle vittime si sono costituite parti civili con gli avvocati Elio Lembati, Corrado Farruggia e Dario Frazzetta. Emanuele Cassarà dovrà, quindi, essere nuovamente valutato dai giudici della corte d’assise d’appello di Catania, competenti dopo il giudizio già emesso dai colleghi nisseni. La linea sostenuta dal suo difensore di fiducia, l’avvocato Danilo Tipo, ha convinto i magistrati romani ad approfondire ulteriormente la vicenda, al punto da rinviare alla corte d’assise d’appello catanese che dovrà decidere a conclusione di un nuovo dibattimento.

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