Truffa dello specchietto a Farello, raggirate diverse donne: come difendersi

 
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Gela. La truffa dello specchietto, un classico dei raggiri agli automobilisti, sta colpendo alcuni avventori del cimitero di contrada Farello. Le vittime sono soprattutto donne sole che vanno a rendere omaggio ai propri cari.

Ad agire sarebbe un solo malvivente, con tutta probabilità non gelese (l’accento sembra della provincia di Catania) che ha fatto già diverse vittime. La dinamica è sempre la stessa: il truffatore induce l’automobilista a fermarsi con il solito escamotage: una frenata improvvisa per farsi tamponare, una pietra lanciata contro la carrozzeria per simulare un contatto oppure una gomma bucata. Il truffatore affianca l’auto vittima e – con gesti o suonando il clacson – chiede vistosamente di accostare, facendo capire di essere stato toccato. L’automobilista mostra il proprio specchietto rotto. L’automobilista insiste affinché il danno (solitamente 200-300 euro, ma si può scendere fino a 50) sia saldato subito senza tirare in ballo l’assicurazione. In caso di rifiuto il truffatore può diventare particolarmente aggressivo (verbalmente), per indurre la vittima a pagare. Nei casi segnalati a Farello le ignare donne avrebbero pagato 50 ed in alcuni casi 80 euro.

Questo articolo serve anche ad avvisare i cittadini ad essere cauti e non solo nel caso specifico perché questa truffa viene spesso ripetuta anche in città e solitamente sono persone non gelesi che girano in diverse città isolane.

COME DIFENDERSI DALLA TRUFFA

  1. Se l’uomo che vi affianca appare particolarmente minaccioso non accostate: prendete il telefono e chiamate i carabinieri (magari mostrandoglielo per fargli capire le vostre intenzioni). E’ possibile che desista.
  2. Se siete scesi, non fatevi prendere dal panico. Fate capire che non avete soldi o bancomat con voi e che l’unica soluzione è chiamare i vigili oppure che il presunto truffatore vi lasci i suoi riferimenti per pagare il danno in un secondo momento (non lasciategli il vostro). Fategli capire che sarà comunque vostra cura contattare prima l’assicurazione.
  3. Se siete scesi e ne avete la possibilità, rientrate in auto (anche con una scusa), chiudete le portiere e chiamate le forze dell’ordine.

 

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