Un quindicenne morì in via Butera, sì al risarcimento chiesto dai genitori

 
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Gela. Fu un concorso di colpa a causare l’impatto, in via Butera, tra un motorino ed un suv che costò la vita al quindicenne Luigi Malluzzo. La decisione è stata pronunciata dal giudice civile Vincenzo Di Blasi dopo l’azione avviata dai genitori del ragazzo, rappresentati dagli avvocati Emanuele Maganuco e Filippo Spina.

Una pronuncia che riconosce il 70 per cento di colpa alla stessa vittima. Malluzzo perse la vita, nel dicembre di sei anni fa, prima di arrivare all’ospedale Vittorio Emanuele. A rispondere di quei fatti, in sede penale, è stato il trentacinquenne Fabio Di Stefano: finito davanti al giudice Domenico Stilo con l’accusa di omicidio colposo.
Il conducente del suv, però, venne assolto dal magistrato dopo che il suo legale di fiducia, l’avvocato Flavio Sinatra, riuscì a dimostrare, anche attraverso una ricostruzione informatica della dinamica del sinistro, l’assenza di qualsiasi manovra avventata.
Adesso, invece, il giudice Di Blasi mette in luce l’esistenza di un concorso di colpe tra il conducente del suv ed il giovane Malluzzo. Sia i magistrati della procura che i legali dei familiari, costituitisi nel giudizio penale, hanno già presentato appello contro la decisione di assoluzione motivata con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.  Era stato chiesto un risarcimento di oltre un milione di euro ma sono stati riconosciuti solo 28 mila euro.

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