Un tampone dimenticato nel corpo di una bambina, chiesta l’archiviazione per due medici e un infermiere del Vittorio Emanuele

 
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Gela. Il procedimento penale va archiviato. I magistrati della procura lo hanno ribadito davanti al giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro. Il tampone avrebbe causato difficoltà respiratorie. Non ci sarebbero, infatti, elementi di accusa tali per collegare la condotta di due medici e di un infermiere dell’ospedale Vittorio Emanuele ai danni subiti da una bambina. Dopo un intervento chirurgico di routine, un tampone venne dimenticato all’interno del corpo della piccola. Una “svista” che costò diverse conseguenze alla paziente, soprattutto a livello respiratorio. Il tampone venne naturalmente espulso dopo diversi giorni e senza che i medici ne avessero individuato la presenza, anche al momento dell’effettuazione di ulteriori esami clinici. Per i magistrati, però, la piccola non avrebbe subito conseguenze permanenti. La richiesta di archiviazione è stata contestata dall’avvocato Giovanni Cannizzaro, legale di fiducia dei genitori della piccola. Secondo i familiari, infatti, la bambina dovette affrontare un periodo piuttosto complicato, fatto di evidenti difficoltà anche nel respirare. Accuse, invece, che sono state ridimensionate dai legali di difesa, gli avvocati Tommaso Vespo, Francesco Cagnes e Giovanna Cassarà. Adesso, spetterà al gip decidere sull’eventuale archiviazione del procedimento penale. 

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