Una presunta truffa da 315 mila euro al ministero: il caso della Coba a processo

 
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Gela. Una presunta truffa ai danni dello stato per almeno 315 mila euro. Il giudice dell’udienza preliminare Fabrizio Molinari ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di quattro indagati, tutti riconducibili all’azienda Coba International, e della stessa società.

Il gruppo imprenditoriale al centro dell’indagine. A processo, in luglio, andranno Loredana Corallo, Orazio Brigadieci, Carmelo Riccelli e Francesco Barone. Rimane in piedi l’accusa di truffa aggravata che si sarebbe concretizzata ottenendo i fondi dal ministero dello sviluppo economico senza averne i requisiti e utilizzando false fatturazioni. Cadono, invece, altre contestazioni per le quali il gup ha disposto il non doversi procedere. Le ipotesi di reato, infatti, sono comunque prescritte.

La difesa punta sulla revoca del sequestro preventivo. I legali di fiducia degli indagati, gli avvocati Filippo Spina, Emanuele Maganuco, Liliana Bellardita, Antonio Gagliano, Elio Lembati, Salvatore Licata, Matteo Lus e Carmelo Tripodo, hanno chiesto la revoca del sequestro preventivo che, già cinque anni fa, riguardò diversi beni mobili e immobili degli indagati. Il pubblico ministero Serafina Cannatà si è, però, riservata sul punto. A fare luce sulla presunta truffa organizzata dal gruppo Coba furono i militari della guardia di finanza.

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