Una rete internazionale di reperti archeologici rubati, arresti anche in Germania e Inghilterra

 
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Caltanissetta. Una delle basi della vasta organizzazione scoperta dai carabinieri e dai magistrati di Caltanissetta era a Riesi, dove i tombaroli facevano riferimento al settantaseienne Francesco Lucerna. L’inchiesta “Demetra” ha contribuito a fare luce su una rete transnazionale, che consentiva di piazzare reperti archeologici, recuperati abusivamente nella zona delle campagne del nisseno e dell’agrigentino. Almeno ventimila i pezzi recuperati, per un valore non inferiore a quaranta milioni di euro. Reperti che, “ripuliti”, finivano in mano a collezionisti di tutta Europa e a case d’asta. Sono in corso verifiche sia in Germania che in Olanda. Nell’inchiesta, è finito anche Andrea Palma, originario di Gela e residente in Germania. In carcere Francesco Lucerna, 76 anni, di Riesi, Matteo Bello, 61 anni, di Ravanusa, Francesco Giordano, 71 anni, di Campobello di Licata, Luigi Giuseppe Grifasi, 64 anni, di Ravanusa, Calogero Ninotta, 39 anni, di Ravanusa, Gaetano Romano, 58 anni, di Ravanusa, Gaetano Patermo, 63 anni, di Riesi e Palmino Pietro Signorelli, 66 anni di Belpasso. Arresti domiciliari per Valter Bertaggia, 70 anni, di Collegno (Torino), Giovanni Lucerna, 49 anni, di Torino, Maria Debora Lucerna, 55 anni, di Torino, Salvatore Pappalardo, 75 anni, di Misterbianco, Calogero Stagno, 51 anni, di Favara, Luigi Signorello, 34 anni, di Belpasso e Luigi La Croce, 62 anni, di Strongoli.

Ma Europol e Eurojust hanno esteso le attività anche fuori dai confini italiani, con l’arresto del sessantaquattrenne William Thomas Vere. I tombaroli riesini e gelesi sarebbero stati in contatto con importanti trafficanti internazionali. Sono cinque, infine, gli indagati sottoposti al solo obbligo di firma.

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