Vertenza Eni, il tavolo al ministero non parte: “Cosa sta facendo la politica?”

 
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Gela. Il tavolo di confronto promesso, lo scorso luglio, dal ministro allo sviluppo economico Federico Guidi tarda a ripartire e la vertenza della raffineria Eni di contrada Piana del Signore

arriverà all’attenzione nazionale giovedì durante il coordinamento italiano delle rsu sindacali di tutti i siti della multinazionale sparsi lungo la penisola.
“A questo punto – spiega il segretario provinciale della Femca Cisl Francesco Emiliani – proveremo a fare pressione anche attraverso i nostri referenti nazionali. Non capisco, però, quale strategia stia adottando la politica locale. Il presidente della regione o il sindaco hanno chiesto chiarimenti sul perché della mancata ripresa del tavolo di confronto al ministero dello sviluppo economico? E’ una trattativa, se non sbaglio, che ha interessato non soltanto il sindacato. Al tavolo di Roma dello scorso luglio, c’era un’ampia rappresentanza politica”.
Anche i segretari provinciali di Filctem Cgil e Uiltec Gaetano Catania e Maurizio Castania puntano tutto sul coordinamento di giovedì. “La vertenza Eni non si è per nulla conclusa – spiegano – i numeri presentati dai dirigenti di raffineria e Enimed mettono in luce tagli evidenti. Cosa intende fare il ministero? L’indotto della fabbrica è sull’orlo del collasso sociale. Rischiamo di ritornare alla protesta di luglio”.
Molto netta la posizione del segretario provinciale Ugl Andrea Alario, “non ci sono molti spazi per la trattativa – dice – la linea 1 deve ripartire senza troppi indugi. Il tavolo al ministero deve diventare il punto decisivo della vertenza”.
La trattativa appare in stand by anche alla luce della recente denuncia, portata avanti dai tre segretari, contro la prassi di colloqui svolti dai responsabili di raffineria e finalizzati all’eventuale trasferimento in altre sedi dei propri addetti. Negli scorsi giorni, anche i segretari provinciali delle sigle metalmeccaniche dell’indotto Eni hanno preannunciato lo stato d’agitazione. 

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