Vertice Eni, sì alla tutela dei posti di lavoro ma addio alla raffinazione del greggio

 
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Gela. Salvaguardia dei livelli occupazionali sia del diretto che dell’indotto Eni, ma come? E’ questo il dubbio principale che sembra emergere dal tavolo di confronto al ministero dello sviluppo economico sul caso degli investimenti della multinazionale in città.

Le parti, dai sindacati nazionali al presidente della regione Rosario Crocetta passando per il sindaco Angelo Fasulo, hanno deciso di riaggiornarsi al prossimo 6 novembre. In questo lasso di tempo, si svolgeranno diversi vertici territoriali nel tentativo di raggiungere la quadra. I sindacati, infatti, sono disposti a dire sì al piano che prevede la conversazione ad una raffinazione bio solo a condizione che i numeri occupazionali di diretto e indotto vengano mantenuti inalterati.
“Abbiamo posto questa condizione essenziale – spiega il sindaco Angelo Fasulo – e da lì non ci muoviamo. Positiva la riconversione della fabbrica ma senza perdere neanche un posto di lavoro”. I manager della multinazionale, invece, hanno confermato gli investimenti sul fronte dell’upstream Eni, ovvero esplorazione e estrazione d’idrocarburi che, però, non dovrebbero essere raffinati in città. L’Eni, inoltre, apre al piano per la realizzazione di un impianto destinato alla lavorazione della gomma naturale tramite la coltivazione della guayule.
Tutto, però, rimane condizionato al mantenimento dei posti di lavoro sia nell’indotto che nel diretto della fabbrica. L’azienda, inoltre, si è impegnata sul fronte delle bonifiche. Intanto, gli operai dell’indotto, già domani, dovrebbero rientrare in servizio: si attende la convocazione di un’assemblea generale insieme ai sindacalisti che hanno preso parte al vertice romano.

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