32° giornate FAI di primavera tra barocco sacro, cantine e feudi

 
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Gela. Si è conclusa la trentaduesima edizione delle Giornate FAI di Primavera anche per la Delegazione FAI di Caltanissetta, guidata da Giulia Carciotto, che ha avuto luogo lo scorso weekend con tre giornate dedicate alla conoscenza e valorizzazione delle bellezze del territorio tra cultura, ambiente e socialità, possibili solo grazie alla sinergia tra società civile, istituzioni e privati che permette di ottenere risultati straordinari. Oltre mille i visitatori, tra studenti e adulti di tutte le età, hanno partecipato a queste giornate.

A Caltanissetta, i visitatori sono andati alla scoperta della bellezza di una città storica che non conoscevano: l’itinerario del Barocco Sacro, dalla Cappella dell’Assunta con le tombe dei principi Moncada e il maestoso reliquiario, riaperta dopo 10 anni, e la mostra degli Ostensori monumentali nelle sale del Museo diocesano. Gli Apprendisti Ciceroni dei licei cittadini hanno dimostrato grande competenza, traduttori simultanei in arabo e urdu per i ragazzi migranti, che costituiscono ormai più di un terzo degli studenti delle scuole medie, immersi a conoscere l’arte di una cultura religiosa lontana dalla loro con serenità e meraviglia per lo spettacolo della bellezza.

A Niscemi i visitatori sono andati alla scoperta di un itinerario integrato tra il Museo civico di Niscemi e la Sughereta, con un sentiero didattico che attraversa una foresta chiusa, in cui vegetano vetuste querce tra cui la quercia mosaica. Un’apertura straordinaria a Niscemi, dedicata agli iscritti FAI, i Feudi del Pisciotto con la Cantina, l’antico Palmento e, in anteprima, il Baglio appena ristrutturato, ha fatto conoscere una gemma nascosta della Sicilia sud-orientale in una zona rurale autentica ancora tutta da scoprire, in cui il passato e le tradizioni incontrano il presente e l’innovazione.

Protagonisti di queste giornate, dunque, sono stati gli studenti di tutte le scuole, soprattutto gli istituti superiori; una generazione, la loro, sempre più consapevole del compito di valorizzare e rilanciare un territorio dal quale non vogliono allontanarsi, di contrastare la desertificazione con la ricchezza di una storia da custodire senza nasconderla, senza ignorarla, una generazione di giovani capaci di prendere in mano un progetto di futuro, come la mission del FAI ha cominciato a seminare, con pazienza, ma con la determinazione sorridente che sa dare coraggio senza retorica.

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