Senza paga da mesi, si dimette: la crisi nera dell’Ipab Aldisio miete “vittime”

 
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Gela. Stanca di aspettare stipendi che non arrivano da mesi. Alla fine, nonostante l’oggettiva difficoltà di trovare facilmente nuove opportunità lavorative in questo complesso periodo, ha comunque deciso di dimettersi per giusta causa. E’ la scelta assunta da una dipendente della casa di riposo Antonietta Aldisio.

Da mesi, i lavoratori della struttura, sostenuti anche dai sindacalisti della Cgil locale, chiedono di ottenere ciò che gli spetta: ovvero, gli stipendi arretrati. I ritardi, in molti casi, arrivano fino ad un anno. Così, un’operatrice ai servizi ausiliari, impiegata per conto dell’Ipab diretto da don Giovanni Tandurella, ha detto basta. Le sue dimissioni sono state presentate davanti ai componenti del consiglio d’amministrazione dell’ente che le hanno accolte.
La scelta dell’operatrice sessantacinquenne desta ancor più scalpore perché assunta da una dipendente a tempo indeterminato della struttura di via Palazzi. Senza stipendio, però, diventa difficile per tutti portare avanti il compito affidato. Ecco spiegata, quindi, la scelta di dire basta.
La nota inviata ai componenti del consiglio d’amministrazione risale allo scorso mese.
Il rapporto di lavoro è stato sciolto proprio su sollecitazione della donna, stanca di non ottenere quanto dovutogli in base al contratto firmato. E se la decisione comunicata dalla sessantacinquenne aprisse un pericoloso varco anche rispetto a molti suoi colleghi? Il rischio è concreto, soprattutto se la vertenza dell’Ipab Aldisio non si dovesse avviare a soluzione. Da tempo, la vicenda dei lavoratori è seguita dal sindacato, con in testa la locale Cgil. “La Cgil da tredici mesi ininterrottamente – ha più volte spiegato il segretario generale provinciale del sindacato Ignazio Giudice – pone alla politica la vertenza Ipab Aldisio come vertenza prioritaria e urgente sia per lo stato di necessità nel quale vivono i lavoratori sia per rilanciare in modo serio, concreto e tangibile la presenza di una struttura pubblica che deve essere tenuta in vita nel migliore dei modi attraverso finanziamenti in linea con i costi che la struttura sostiene. Il presidente dell’Ipab Aldisio, l’intero consiglio di amministrazione, gli uffici amministrativi, i lavoratori e i familiari degli ospiti hanno condiviso, sposato, aiutato, un percorso in grado di tenere i riflettori accessi su una vicenda, appunto il rilancio della casa di ospitalità, che dovrebbe essere portato a merito della buona politica, quella presente nelle istituzioni ed in grado, se vi è volontà, di concertare interventi in grado di governare processi di ampliamento, modernizzazione, adeguamento a standard strutturali così come scritto nelle norme regionali e nazionali”. Adesso, sembra potersi affacciare una nuova fase della crisi, con i lavoratori pronti a lasciare il loro posto proprio a causa della mancanza di fondi economici.

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