Una stazione appaltante unica per i progetti, “ma prima serve relazione tecnica”

 
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Un incontro di maggioranza coordinato dal sindaco (Immagini di repertorio)

Gela. Una piattaforma potenziale di 200 milioni di euro per progetti che sono coperti da diversi programmi di stanziamento fondi. Il calcolo complessivo l’hanno più volte ribadito dalle stanze dell’amministrazione comunale. Il nodo vero è trasformare questa somma in cantieri veri e propri, una delle poche soluzioni per affrontare una ripresa locale che già si preannuncia in rosso. L’ultimo vertice di maggioranza, in parte, è servito anche a tentare un primo approccio. Il sindaco Lucio Greco e il suo esperto, l’ingegnere Pietro Inferrera, hanno illustrato alcune direttrici di azione. Si cercherà di centralizzare gli iter, probabilmente tentando di affidarsi ad una stazione appaltante unica, senza perdersi nei rivoli di una burocrazia che come ha dimostrato il caso dei 33 milioni di euro del Patto per il Sud stenta ad andare al passo di un territorio in ginocchio. Da tempo, si parla di una cabina unica, che si dovrebbe occupare dei progetti e delle fasi collaterali. Partire da una stazione appaltante unica potrebbe semplificare procedure che troppo spesso si dilatano nel tempo. Con un provvedimento firmato a fine aprile, il sindaco ha autorizzato lo stanziamento di circa 11 mila euro per l’acquisto di quote della Asmel Consortile, che sta predisponendo una centrale di committenza tra i Comuni associati. Nel provvedimento si legge che è “strategico l’obiettivo di aderire ad Asmel Consortile, naturale sviluppo delle azioni intraprese di centralizzazione delle gare e coordinamento di servizi innovativi, di cui questa amministrazione vuole usufruire”. Si legge ancora della volontà di “superare l’attuale sistema di frammentazione degli appalti pubblici e semplificare le attività di gestione delle procedure ad evidenza pubblica”. Programmi di finanziamento come Patto per il Sud e Agenda Urbana sembrano al momento tra le poche soluzioni da mettere in campo, in attesa che si sblocchi qualcosa su altri fronti, come l’Area di crisi e l’Accordo di programma o ancora le Zone economiche speciali. Durante il vertice, è stata avanzata la possibilità che sia Ghelas a centralizzare la progettazione.

Per realizzare il piano industriale della società in house, l’amministratore Francesco Trainito ha fatto pubblicare un avviso per la selezione di professionisti esterni, il termine di presentazione delle domande scadeva a fine aprile, ma è stato prorogato all’8 maggio. Si potrebbe partire dall’elenco di esperti, che verranno individuati in base al curriculum e alle esperienze professionali, per costruire la cabina di regia che è stata spesso richiamata dall’assessore allo sviluppo economico Terenziano Di Stefano? L’avviso pubblicato dalla municipalizzata riguarda però solo la realizzazione del piano industriale Ghelas. “Abbiamo chiesto una relazione sulla fattibilità tecnica e legale – dice Di Stefano – come movimento sosteniamo un’idea di questo tipo, ma prima di tutto dobbiamo avere delle carte per valutarle e verificare se ci siano tutte le possibilità di realizzazione. Ci siamo riaggiornati per verificare questi aspetti, che sono molto importanti. Diversi mesi fa, una proposta che noi condividevamo, avanzata dal consigliere Rosario Faraci che indicava la necessità di centralizzare la progettazione, fece montare tante polemiche e critiche da parte degli ordini professionali. Noi siamo dell’avviso che debba esserci una centralizzazione delle procedure, ma vogliamo anche capire se la proposta arrivata dal sindaco e dall’ingegnere Inferrera abbia tutti i riscontri tecnici e legali”. Sindacati e organizzazioni datoriali attendono che l’amministrazione metta nero su bianco un piano per la ripartenza, che ad oggi non c’è ancora.

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