Gela. Cadono le accuse a loro carico e arriva l’assoluzione, “perché i fatti non sussistono”, nei confronti dell’ex sindaco Angelo Fasulo e dell’allora consulente alla comunicazione del primo cittadino, il giornalista Jerry Italia.
Gli atti della nomina impugnati da un altro giornalista. Fasulo era accusato di abuso d’ufficio perché avrebbe assegnato l’incarico ad un giornalista non iscritto all’albo dei professionisti ma solo a quello dei pubblicisti. Lo scorso settembre, il giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro aveva disposto l’imputazione coatta per entrambi nonostante due consecutive richieste di archiviazione formulate dai magistrati della procura. Tutto scaturì dall’esposto di un altro giornalista, Giuseppe Tinnirello, che impugnò gli atti legati proprio alla nomina di Italia. Lo stesso Tinnirello si è costituito parte civile con l’avvocato Concetta Di Stefano, facendo leva principalmente sulla normativa che impedirebbe ad un pubblicista di assumere incarichi simili a quello assegnato dall’allora primo cittadino Angelo Fasulo. Davanti al giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore, la procura ha comunque chiesto il rinvio a giudizio per entrambi. Una richiesta sostenuta anche dall’avvocato Di Stefano e legata soprattutto alla precedente imputazione coatta decisa dal gip.
Il consulente per riparare all’assenza di un ufficio stampa. I difensori dei due imputati, gli avvocati Antonio Gagliano, Flavio Sinatra e Filippo Spina hanno contestato quanto sostenuto dal giornalista che impugnò gli atti, ribadendo che la nomina di Italia a consulente alla comunicazione venne effettua rispettando tutte le norme che regolano la professione. Un incarico, peraltro, che lo stesso Jerry Italia aveva già ricoperto al Comune di Bagheria. L’ex sindaco, a sua volta, ha sempre sostenuto di aver adottato la normativa in materia, optando per un consulente alla comunicazione vista l’assenza, a Palazzo di Città, di un vero e proprio ufficio stampa. Stando a Fasulo, dar vita ad un ufficio stampa del Comune sarebbe costato non meno di 250 mila euro. Una linea che, alla fine, ha convinto il gup Fiore.
