Aggredito fuori dalla discoteca, un giovane finì in prognosi riservata: accuse ad un suo coetaneo

 
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Gela. “Non ho assistito alla colluttazione, sono arrivato dopo che tutto era finito e ho trasportato il mio amico in ospedale”. Il violento confronto all’esterno della discoteca. Ha risposto così, davanti al giudice Ersilia Guzzetta, uno dei giovani chiamati a testimoniare nel dibattimento che si sta celebrando ai danni del ventitreenne Giuseppe Pistritto. Il giovanissimo è accusato di aver aggredito un suo coetaneo all’esterno di una discoteca lungo la statale 115, nella zona delle frazioni balneari della città. Il giovane che ebbe la peggio venne colpito più volte alla testa. “Eravamo arrivati insieme in discoteca – ha spiegato il testimone – ma poi ci siamo divisi. Mi ha contattato dopo essere stato aggredito. Aveva diverse ferite alla testa e perdeva sangue. Non ho visto chi l’abbia colpito”. Furono gli agenti di polizia del commissariato a risalire all’imputato e ad arrestarlo dopo poche ore. Proprio due agenti intervenuti quella notte sono stati sentiti davanti al giudice. Il giovane finito a processo, difeso dall’avvocato Dionisio Nastasi, ha sempre sostenuto di aver risposto a continue provocazioni arrivate proprio dal coetaneo finito successivamente in prognosi riservata. Nuovi testimoni dovrebbero essere sentiti alla prossima udienza fissata per il 3 giugno. 

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