Aggressione sessuale in spiaggia, la giovane vittima: “Nessuno intervenne”

 
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Gela.
“Mentre mi aggrediva nessuno è accorso a difendermi”. Dichiarazioni precise quelle rese dalla presunta vittima della violenza, a sfondo sessuale, andata in scena lo scorso giugno lungo il tratto di spiaggia che costeggia la zona dell’ex ospizio marino.

A rispondere di quei fatti è il trentenne G.S., arrestato dagli agenti di polizia del commissariato solo dopo alcuni giorni dall’aggressione. La donna dell’est europeo che sarebbe finita al centro delle sue attenzioni ha deposto davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore.
Allo stesso tempo, i giudici hanno ascoltato l’agente di polizia che, seppur fuori servizio, arrivò sul posto dopo essere stato attirato dalle urla della giovane. “Ricordo molto bene – ha precisato – che la ragazza era in stato di shock. Aveva i vestiti completamente strappati”.
Il legale che difende il trentenne, l’avvocato Nicoletta Cauchi, ha posto le sue domande al perito incaricato di accertare la capacità d’intendere e di volere dell’imputato, attualmente ospite di una struttura specialistica.
“Sicuramente – ha spiegato il perito – ha la capacità fisica di stare in giudizio e si rende conto di essere sottoposto ad un processo. Allo stesso tempo, però, escludo che abbia qualsivoglia capacità di argomentare al fine di difendersi davanti alle accuse”.

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