Allo studente gelese Simone Sciascia la borsa di studio per merito “Musso” di Comiso

 
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Simone Sciascia

Gela.  Ha voluto dedicare la sua tesi di maturità alla scuola che per cinque anni è stata una sorta di seconda casa. Simone Sciascia, Non pensava certamente che quelle parole dettate dal cuore gli avrebbero fatto riconoscere una borsa di studio. Il premio in denaro della fondazione Euro Musso gli è stato conferito presso il liceo artistico di Comiso, dove ogni anno viene selezionato un solo studente al quale è  destinata la borsa di studio per merito.

Attualmente Simone  studia al primo anno di Ingegneria informatica – Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’università di Modena.

“Ho studiato a Comiso ed ho fatto lo studente pendolare – racconta – andata e ritorno ogni giorno, per sei giorni alla settimana, per quattro settimane al mese, per nove mesi all’anno, per 5 anni; sono circa 86.400 chilometri. Partivo  da casa alle 6,30 e rientro alle 16. Tante rinunce, sacrifici, momenti di sconforto, incancellabili le notti in bianco tra progetti, calcoli e disegni; ma la pazienza e la forza di volontà mi hanno dato la carica per poter arrivare all’obiettivo”.

Ne è valsa la pena, perché la mia è una scuola speciale: sulle sue pareti il tempo ha tracciato i segni, le regole, le parole, esempi e insegnamenti – aggiunge Simone, figlio di un dipendente Eni, Angelo e Monica – . Sui pavimenti vi è traccia indelebile del tempo che è trascorso. L’eco dei corridoi risuona di opere d’arte, specchio della nostra anima, di armadietti chiusi a chiave al cui interno sono custodite le paure, i sogni, le speranze. È stata un’esperienza formativa che mi ha donato l’opportunità di vivere l’arte: dalle discipline plastiche alla scultura, dall’oreficeria all’arte tessile, fino ad arrivare alla scelta definitiva di Architettura e ambiente. E quando l’ultimo giorno di scuola, dell’ultimo anno del liceo è suonata l’ultima campanella, ho avuto come la sensazione che quello sia stato l’ultimo secondo della spensieratezza ed il primo secondo della grande responsabilità”.

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