Altro che “Parenti serpenti”, i Rinzivillo avevano due talpe nei supermercati: 16 arresti

 
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Gela. Sedici ordinanze di custodia cautelare in carcere con le accuse di spaccio di droga, rapina e furto.

L’operazione è stata ribattezzata “Parenti serpenti”. Sotto controllo sono finite diverse piazze di spaccio locali. I provvedimenti sono stati firmati dal sostituto procuratore Lara Secaccini e dal procuratore capo Lucia Lotti. 

Spacciavano anche dagli arresti domiciliari. Sono tutti giovanissimi gli arrestati del blitz della polizia “parenti serpenti”. Alcuni volti già noti agli investigatori, altri nuove leve della criminalità. Furti rapine e spaccio per i sedici coinvolti. Custodia cautelare in carcere per Mario Cammalleri, originario di Foggia ma residente a Macchitella, 22 anni, Alessandro Di Fede, 24 anni,  Carmelo Manuel Giorlando, 22 anni, Fabio Mirisola, 20 anni, Giovanni Rinzivillo, 27 anni, Sebastiano Sardo, residente a Catania, 29 anni. Agli arresti domiciliari Francesco Spinello, 24 anni, Vincenzo Francesco Blanco, 25 anni, Ruben Antonio Licata, 22 anni, Emilio Massimo Liparoti, 20 anni, Klisman Rinzivillo, 21 anni. Obbligo di firma per Giovanni Rinzivillo, 23 anni, Salvatore Scordio, 28 anni, Gaetano Trubia, 23 anni. Due giovani risultano irreperibili perché all’estero.

La polizia ha ricostruito alcuni episodi di spaccio ma anche rapine, che avevano sempre lo stesso comune denominatore, ovvero abiti e armi uguali in ogni colpo.

Ad esempio la rapina avvenuta il 12 novembre del 2012  in danno del supermercato “MAXISCONTO” di via Crimea dove i malviventi nelle prime ore di apertura del lunedì, con una disinvoltura non comune, pretendevano dal commesso le chiavi della cassaforte da cui sottraevano una considerevole somma di denaro tralasciando stranamente le casse e gli effetti personali dei dipendenti.

Grazie all’individuazione di un collegamento tra gli episodi della stessa fattispecie si scopriva che tra i dipendenti del supermercato “MAXISCONTO” c’era Giovanni Rinzivillo, 23 anni, omonimo del dipendente di un altro supermercato rapinato con molta disinvoltura in piazza Salandra.

Da accertamenti anagrafici risultava che i due dipendenti, incensurati ed insospettabili, fossero cugini fra loro e con Giovanni Rinzivillo di 28 anni noto proprio per il reato di rapina.

Veniva allora sentito in commissariato il ventitreenne come persona informata sui fatti in merito alla rapina perpetrata al supermercato “MAXISCONTO” dove lo stesso lavorava. Questi nella circostanza mostrava un comportamento nervoso e preoccupato. Inoltre, durante la notte, prendeva appuntamento per telefono e poco dopo raggiungeva a casa suo cugino Giovanni di 28 anni. A quel punto si rafforzava la convinzione che i due intrattenessero oltre che un normale rapporto familiare anche un vincolo di malaffare. La convinzione diveniva certezza grazie alle intercettazioni.

Emergeva così dalle indagini un’attività di spaccio ben strutturata e collaudata, riconducibile alla carismatica figura del più grande dei Rinzivillo, che  aveva già trascorso diversi anni in carcere.

L’osservazione attenta dell’abitazione della famiglia Rinzivillo sita al piano rialzato di via Carfì, dove risiedevano Giovanni Rinzivillo e suo fratello Klisman, anch’egli da tempo dedito al malaffare, permetteva di avere contezza circa le loro assidue frequentazioni con altri soggetti pregiudicati.

L’intercettazione delle conversazioni telefoniche ed ambientali effettuate a carico dei fratelli Rinzivillo, dei loro cugini e della stretta cerchia di soggetti identificati, consentiva altresì di contestare agli indagati numerosi episodi di spaccio di sostanza stupefacente oltre alla commissione di svariati reati contro il patrimonio, alcuni dei quali di ingente valore.

La ricostruzione dei fatti è avvenuta, inoltre, grazie ai numerosi servizi di osservazione  da cui sono scaturiti 5 arresti in flagranza di reato, il sequestro di 5 Kg di hashish e circa 200 gr di cocaina, nonché 6 segnalazioni amministrative per detenzione di droga.

Per il blitz sono state impegnate 50 unità del Commissariato, collaborato da personale del Nucleo Prevenzione Crimine di Palermo, del Commissariato di Niscemi e dalle Squadre Mobili di Caltanissetta, Catania e Foggia che hanno dato  esecuzione alle succitate misure. 

 

 

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