Armi e messe a posto per i clan, nel mirino due imprenditori edili

 
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Gela. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta dovranno meglio precisare le accuse mosse e i periodi di riferimento.

Le estorsioni agli imprenditori. La decisione è stata adottata dal collegio penale del tribunale, presieduto da Veronica Vaccaro e composto anche da Silvia Passanisi e Marica Marino. Al centro del dibattimento, ci sono una serie di presunte estorsioni ai danni dei titolari di un’azienda edile. Tra le contestazioni mosse agli imputati, anche quella di aver avuto la disponibilità di armi. Così, a giudizio sono finiti Giuseppe Stimolo, Orazio Meroni, Giovanni Avvento e Giacomo Cagnes. E’ stato l’avvocato Carmelo Tuccio, legale di fiducia di Cagnes, a sollevare l’eccezione anche rispetto alla possibile prescrizione dei reati contestati. Così, nonostante l’opposizione del pm Roberto Condorelli, il collegio ha rigettato l’eccezione ma chiesto in ogni caso di precisare i periodi temporali di riferimento nei quali collocare i fatti al centro del giudizio. Gli imputati avrebbero imposto il pagamento di denaro agli imprenditori per conto dei clan. Solo Cagnes, invece, risponde della detenzione delle armi. Nell’inchiesta, finirono anche diversi collaboratori di giustizia. Nel pool di difesa ci sono anche i legali Flavio Sinatra, Raffaella Nastasi, Mariella Giordano e Giuseppe Di Stefano. 

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