Assolti dalle accuse di mafia, tre autotrasportatori devono rispondere di falsa testimonianza

 
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Gela. I tre titolari di un’agenzia di autotrasporto, negli scorsi anni assolti dalle accuse di essere stati vicini ai clan locali, si trovano adesso a dover rispondere di falsa testimonianza.

Le indagini sull’agenzia di autotrasporto. Caddero, infatti, le contestazioni mosse nei confronti di alcuni dei loro presunti estorsori. Così, i tre, difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Tommaso Vespo e Renata Accardo, sono finiti davanti al giudice dell’udienza preliminare Lirio Conti. In base alla ricostruzione dei magistrati della procura, le loro dichiarazioni non sarebbero state veritiere. In apertura, però, il gup ha subito deciso di astenersi dal trattare il caso. In altri procedimenti, infatti, si era già espresso sulle loro posizioni e quindi sarebbe incompatibile. Gli atti sono stati trasmessi al presidente del tribunale che dovrà valutare se sussistano effettivamente le cause di incompatibilità. 


I tre titolari dell’agenzia di autotrasporto furono al centro di una vasta indagine antimafia. Inizialmente, venivano considerati veri e propri referenti dei clan che, in questo modo, avrebbero reinvestito capitali illeciti. Le accuse caddero in giudizio, i tre furono assolti e l’azienda gli venne restituita. Allo stesso tempo, però, l’assoluzione è arrivata anche per diversi presunti estorsori, finiti a giudizio proprio sulla scorta delle dichiarazioni rese dagli autotrasportatori. Per questo motivo, i magistrati della procura hanno avanzato l’ipotesi che le dichiarazioni rese dagli autotrasportatori non fossero del tutto veritiere. Una ricostruzione assolutamente contestata dai loro difensori. Si ritornerà davanti al gup a metà maggio.

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