Balbi scoprì di avere la microspie sotto l’auto. “Lo sapevo… bastardi.”.

 
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Gela. Alessio Balbi, uno dei 14 indagati nel blitz Baracche, sospettava di essere intercettato e ad un certo punto ne ha anche la conferma. Un suo amico (Baldessarre Nicosia) è in possesso di un apparecchio per il rilevamento di microspie installate su vetture.

Il 6 gennaio del 2012 viene registrata una telefonata tra Babi e Ivan Casciana che gli suggerisce di rivolgersi proprio a Nicosia. Per fare controllare l’auto. Il controllo conferma la presenza della microspia. Ivan Casciana a quel punto ironizza. “Consumato sei… ci sono al cento per cento”. “Lo sapevo… bastardi”, risponde Balbi. Casciana si vanta che a lui non succederà. “Vedi che io non ce ne è, sono bastardo, a me me la possono solo succhiare”. L’amico dei due gli chiede se deve tagliare i collegamenti ma nel contempo si preoccupano di farlo in modo pulito. Si accorgono che c’è anche il Gps. “Il satellitare c’era vedi, cosa ti ho detto… è acceso!”. “Ma dove minchia lo hanno fatto questi…” si chiede continuamente Balbi. Ivan Casciana rincara la dose. “Hanno fatto un lavoro con tre minchie”. Nicosia è stato denunciato per favoreggiamento personale per aver disattivato la microspia ed aver quindi impedito il proseguo delle indagini. Dovrà presentarsi tutti giorni in commissariato. Balbi si lamenta anche con Antonio Emanuele Tandurella di essere stato derubato di 5 grammi di cocaina a casa della zia.

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