Blitz antimafia “Leonessa”, aperto dibattimento: processo rimane ai giudici di Brescia

 
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Brescia. Il dibattimento è stato aperto e saranno i giudici del collegio penale del tribunale di Brescia ad occuparsi del procedimento penale scaturito dalla maxi inchiesta antimafia “Leonessa”. E’ stata respinta l’eccezione di incompetenza territoriale, che in apertura era stata riproposta dai difensori di tutti gli imputati, accusati di aver fatto parte di un’organizzazione criminale, collegata alla stidda, capace di portare avanti un vasto giro di compensazioni fiscali illecite, con importi milionari. Per le difese, nonostante il coinvolgimento di imprenditori e società del territorio lombardo, il presunto gruppo avrebbe comunque avuto origine a Gela e i reati si sarebbero concretizzati in città. Per questo motivo, hanno chiesto il trasferimento degli atti ai giudici del tribunale locale. L’eccezione è stata respinta dai magistrati del collegio penale di Brescia, che da metà aprile inizieranno a sentire i primi investigatori che seguirono la lunga indagine, intrecciatasi con quella ribattezzata “Stella cadente”, coordinata invece dai pm della Dda di Caltanissetta.Questo filone processuale tocca anche i presunti vertici dell’organizzazione. Sono coinvolti Rosario Marchese, Salvatore Antonuccio, Giuseppe Arabia, Antonella Balocco, Mario Burlò, Giuseppe Cammalleri, Gianfranco Casassa, Danilo Cassisi, Angelo Fiorisi, Carmelo Giannone, Giovanni Interlicchia, Corrado Savoia, Alessandro Scilio, Luisa Antonini, Valentina Bellanti, Roberto Bersi, Milena Beschi, Claudio Bina, Omar Bonazza, Richard Campos, Roberto Casassa, Matteo Collura, Simone Di Simone, Luca Faienza, Giuseppe Ferrari, Roberto Golda Perini, Salvatore Modica, Massimiliano Morghen, Michele Ortenzio, Maria Donata Prandelli, Flavio Prandelli, Nunzio Sciascia, Giuseppe Traiano ed Enrico Zumbo. Hanno scelto l’abbreviato, invece, Giuseppe Tallarita, Francesco Scopece, Giuseppe Nastasi, Luca Verza, Salvatore Sambito e Roberto Raniolo. I giudici, allo stesso tempo, non hanno accolto la richiesta dell’antimafia bresciana, finalizzata a riunire i filoni, tutti scaturiti dall’inchiesta. E’ stato affidato un incarico ai periti per trascrivere il contenuto di centinaia di intercettazioni, effettuate dagli inquirenti nel corso delle indagini. Il punto di riferimento economico sarebbe stato il consulente Rosario Marchese, capace di strutturare una fitta rete di compensazioni fiscali illecite, con una “clientela” fatta di professionisti e imprenditori del nord Italia.

I proventi sarebbero stati reinvestiti a favore del gruppo stiddaro e in altre attività economiche. Tra i difensori, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Davide Limoncello, Angelo Cafà, Maurizio Scicolone, Rocco Guarnaccia, Sinuhe Curcuraci, Roberto Lancellotti, Federico Gritti, Vanni Barzellotti e Patrizia Zanetti.

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