Blitz “Chimera”, ergastoli a Sanfilippo e Medicea: diciassette condanne, anche per Brancato

 
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Caltanissetta. I due ergastoli, per gli omicidi di Benedetto Bonaffini e Luigi La Bella, sono stati confermati dal gup del tribunale di Caltanissetta. La decisione è stata disposta per il boss mazzarinese cinquantanovenne Salvatore Sanfilippo e per la moglie cinquantaseienne Beatrice Medicea. Sono fatti che gli investigatori della Dda di Caltanissetta e i carabinieri ricostruirono nella vasta indagine “Chimera”. Gli inquirenti hanno seguito i presunti affari del clan Sanfilippo fino in Lombardia, dove avrebbe messo radici. Gli stiddari furono da subito considerati capaci di gestire il mercato della droga e un vasto giro di estorsioni e armi. I due omicidi risalgono all’inizio degli anni ’90 e gli inquirenti hanno messo insieme elementi a tratti sempre più cruenti, visto il trattamento che fu riservato alle vittime prima di essere finite. I pm dell’antimafia nissena Claudia Pasciuti e Davide Spina avevano concluso proprio chiedendo il carcere a vita per Sanfilippo e Medicea (marito e moglie). Il gup ha emesso ulteriori condanne nel giudizio abbreviato e sedici anni di reclusione sono stati decisi per il gelese quarantenne Emanuele Brancato. Secondo gli inquirenti, era lui il riferimento della stidda mazzarinese per il traffico di droga. E’ stata confermata la contestazione mafiosa. Sul punto, come ha anche spiegato la difesa (sostenuta dall’avvocato Giacomo Ventura), c’erano stati annullamenti decisi dalla Corte di Cassazione e si rimane in attesa di un ulteriore pronuncia dei giudici del riesame. Diciassette anni e quattro mesi a Paolo Sanfilippo, considerato ai vertici del gruppo di mafia mazzarinese; quindici anni e sei mesi a Gianfilippo Fontana; quattordici anni e quattro mesi per Marco Gesualdo; dodici anni e otto mesi per Silvia Catania; nove anni e quattro mesi a Giuseppe Morgana; quattro anni e un mese per Paolo Di Mattia e Melina Paternò; quattro anni per Salvatore Di Mattia; quattro anni e dieci mesi per Salvatore Adamo Sanfilippo; quattro anni a Girolamo Bonanno (è caduta la contestazione di mafia come sostenuto dai legali Flavio Sinatra e Luca Cianferoni); due anni e otto mesi per Salvatore Giarratana; due anni a Gianpaolo Ragusa; un anno a Ludovico Bonifacio; nove mesi per Salvatore Strazzanti. Per diversi imputati condannati sono comunque venute meno alcune contestazioni.

L’assoluzione per gli unici capi di imputazione che gli venivano attribuiti è stata formalizzata per le posizioni di Massimiliano Cammarata, Rocco Marano, Luca Guerra, Valentina Guerra, Grazia Minischetti e Maria Sanfilippo (1989). Il non doversi procedere è stato riportato per Filippo Verga, intanto deceduto. Tra i legali di difesa degli imputati ci sono gli avvocati Carmelo Terranova, Agata Maira, Attilio Villa, Gaetano Lisi, Gaetano Giunta, Giuseppe Piazza, Giuliano Dominici, Gaetano Giunta, Walter De Agostino, Antonino Ficarra, Elisabetta Gatto, Stefano Gerunda, Raffaele Minieri, Vincenzo Vitello e Giovanni Cannizzaro. Altri coinvolti nel blitz “Chimera” sono attualmente a giudizio davanti al collegio penale del tribunale di Gela.

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