Bruxelles sotto attacco, il racconto di un giovane gelese: “Da mesi evitiamo la metro!”

 
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Gela. “Ci sono pochissime persone per strada. Le uniche cose che si riescono a sentire da casa sono i suoni delle sirene delle volanti di polizia e il rumore dei mezzi militari”.

“Da mesi evitiamo la metropolitana”. Sono queste le prime sensazioni, a caldo, che Giuseppe Lo Monaco, da alcuni anni assistente parlamentare proprio nelle sedi istituzionali di Bruxelles, descrive dalla capitale belga. “Questa mattina – spiega intervistato dalla nostra testata – le autorità hanno ordinato di restare in casa. Le sedi parlamentari erano aperte ma solo per le attività in corso”. Proprio la fermata della metropolitana di Maalbeck, colpita dagli ordigni, è quella normalmente utilizzata da chi lavora nelle sedi del Parlamento europeo. “In realtà – dice ancora – negli ultimi mesi abbiamo evitato di prendere la metropolitana, anche se più veloce e comoda”. Al momento del primo attacco all’aeroporto di Zevanten, Lo Monaco era ancora nella sua abitazione, che dista solo una fermata di metro da quella di Maalbeck. “A casa, intorno alle otto del mattino, bevevo il caffè – dice – e ho ascoltato la notizia dell’attacco all’aeroporto. Ogni giorno, esco verso le otto e trenta per andare in parlamento che dista solo quindici minuti a piedi. Passo da Schuman, dov’è c’è la sede della Commissione europea e, appunto, da Maalbeck. La notizia dell’attentato all’aeroporto mi ha fatto tardare ma mi ha permesso di apprendere dell’attentato alla metro e poi abbiamo ricevuto il messaggio che ci indicava di restare a casa”. Giuseppe Lo Monaco, anche per tranquillizzare familiari e amici, ha subito postato messaggi rassicuranti anche sulla sua pagina personale facebook.

 

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