“C’è il rischio d’infiltrazioni mafiose”, un’azienda edile non farà parte della white list della Prefettura

 
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Gela. Non può essere inserita nella white list della prefettura di Caltanissetta, formata per ricomprendere tutte quelle aziende estranee ad infiltrazioni mafiose. Il rischio d’infiltrazioni mafiose. Il no per l’impresa individuale Icam è stato ribadito anche dai giudici del Tribunale amministrativo regionale di Palermo. Proprio il titolare dell’azienda, impegnata nel settore degli inerti e del movimento terra, si era rivolto ai magistrati amministrativi per contestare il diniego all’inserimento nell’elenco. Il no dalla prefettura nissena era arrivato lo scorso maggio. Stando ai funzionari della stessa prefettura e in base ai rapporti d’indagine analizzati, il rischio sarebbe quello di una continuità gestionale tra l’impresa individuale Icam e le aziende Icam srl e Igm srl, confiscate e riferibili all’imprenditore Sandro Missuto, già condannato in primo grado per la sua presunta vicinanza ai gruppi di cosa nostra. La condanna è stata appellata davanti ai giudici di secondo grado. Proprio l’imprenditore ritenuto vicino alle famiglie locali è fratello del titolare dell’impresa individuale Icam che ha fatto istanza per essere inserita nell’elenco “dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti al tentativo di infiltrazione mafiosa”.

L’imprenditore ha escluso qualsiasi collegamento. Stando ai legali dell’imprenditore, non ci sarebbe alcun collegamento tra l’impresa individuale e le altre due società, peraltro confiscate e gestite da un amministratore nominato dal tribunale né ci sarebbe mai satto il rischio d’infiltrazione mafiose. La linea seguita dai giudici del Tar, però, è stata diversa. “In considerazione, pertanto, dello stretto vincolo di parentela fra i due germani Missuto e della consuetudine – scrivono nella sentenza i giudici del Tar – a quanto consta risalente e radicata, di condividere esperienze imprenditoriali mediante società cui formalmente il Missuto Sandro è estraneo (pur prendendo parte attiva, anzi preponderante, nella relativa gestione), l’impugnata nota prefettizia si sottrae alle censure di irragionevolezza, contraddittorietà e travisamento dei fatti in questa sede avanzate: si palesa, infatti, attuale, oggettivo e concreto il rischio che, attraverso l’impresa individuale (formalmente) del fratello, Sandro Missuto possa surrettiziamente rientrare in prima persona nel mercato dell’edilizia, fruendo, peraltro, proprio degli stessi macchinari e degli stessi complessi aziendali di cui ha subito il sequestro prima e la confisca poi in quanto afferenti ad una “impresa mafiosa”. Quindi, nonostante una prima ordinanza sospensiva favorevole, è arrivato un giudizio negativo all’inserimento dell’impresa individuale nella white list anche da parte del Tar Palermo.

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