Carburante e piombo rubati al porto rifugio e nell’area Eni, torna in libertà uno degli accusati

 
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Gela. Torna in libertà dopo essere stato coinvolto in una vasta operazione investigativa legata ad un giro di presunti furti di carburante e piombo tra la zona del porto rifugio e quella della raffineria Eni.

Passa la richiesta della difesa. Il provvedimento è stato emesso nei confronti di Antonino Di Modica. Il giudice ha accolto le richieste formulate dai suoi legali di fiducia, gli avvocati Salvo Macrì e Stefania Valente. Era sottoposto agli arresti domiciliari. Si sono allentate, quindi, le esigenze cautelari nei suoi confronti. Di Modica, insieme ad altri ventidue imputati, si trova sotto processo davanti al giudice Tiziana Landoni. Deve rispondere proprio alle accuse contestategli dai magistrati della procura. I suoi legali, così come quelli di Marco Scilio, Massimo Cocchiara e Crocifisso Rubino, hanno preannunciato la possibilità di un patteggiamento. L’inchiesta venne condotta dai magistrati della procura e dai militari della guardia di finanza che individuarono nel presunto giro di furti anche alcuni dipendenti dell’azienda impegnata nel servizio di rimorchiatori al porto isola Eni.  

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