Centro storico sempre più deserto, le grandi aziende vogliono spazi maggiori

 
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Il centro storico è privo di locali idonei ad ospitare le grandi aziende. Molti marchi del settore abbigliamento e alimentare hanno mostrato interesse ad investire in città ma sono stati scoraggiati dai negozi disponibili perché giudicati troppo piccoli. “Non superano nemmeno i 150 metri quadrati. Sono queste le caratteristiche richieste dai manager delle grandi firme – assicura Antonio Torrenti, presidente della quarta commissione consiliare permanente Sviluppo economico – Se aggiungiamo la mancanza di ulteriori 30 metri quadrati per ospitare un magazzino, capiamo meglio per quale motivo le grandi imprese del settore fashion e food preferiscono investire altrove”. La vicenda, ieri pomeriggio, è stata oggetto di dibattito tra i componenti delle commissioni consiliari Sviluppo economico, Urbanistica e commissione Turismo. La quarta commissione presieduta da Torrenti e composta da Vicenzo Giudice, Angela Maria Di Modica, Anna Comandatore e Carmelo Orlando punta a concedere ai titolari la possibilità di modificare gli immobili per rispondere alle richieste avanzate dalle maggiori aziende dei due settori per una ripresa commerciale. La stessa commissione aveva presentato un progetto di riqualificazione di tutto il centro storico e una nuova riperimetrazione delle Zona franca urbana (Zfu). Oggi la proposta avanzata dalla quarta commissione sarà discussa tra i capigruppo consiliari per fissare una seduta monotematica. Il progetto che prevede nuovi mercatini rionali e spettacolo, oltre all’istituzione di una zona franca, dovrebbe essere avviato in via sperimentale a luglio per complessivi tre mesi. Secondo il consigliere Guido Siragusa “lo stesso non andrebbe proposto all’amministrazione comunale – spiega – in quanto legato alla modifica del regolamento Iuc che è di competenza del consiglio comunale”. I rappresentanti delle tre commissioni, in verità, non sono apparsi uniti sulla proposta. Il consigliere Enzo Cascino chiede di usare prudenza per evitare una differenza di trattamento con i commercianti della periferia e di via Venezia, area di maggiore interesse economico della città”. L’esponente in Aula del M5s, Angelo Amato, è tornato a puntare l’indice accusatorio contro la chiusura della fabbrica Eni.

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