Che fine hanno fatto i privati interessati al porto rifugio? Siciliano, “non si sono tirati indietro”

 
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Gela. E’ ancora stallo intorno ai lavori da realizzare al porto rifugio, per il tramite dei fondi garantiti dall’intesa conclusa tra il Comune, la Regione ed Eni. Le polemiche degli scorsi mesi. I punti interrogativi più pesanti girano intorno alla caratterizzazione delle sabbie. Senza questi accertamenti, infatti, non sarà possibile passare al bando di gara per l’affidamento di lavori che, dopo anni, dovrebbero permettere di superare l’atavico insabbiamento del sito. In attesa di risposte, però, sembra non venir meno l’interesse di almeno un gruppo privato. Nessun riferimento preciso ma a rilanciare la sussistenza dell’ipotesi è l’assessore Simone Siciliano, già al centro delle polemiche negli scorsi mesi quando annunciò la possibilità di un project financing legato proprio all’intervento di un gruppo privato. Insomma, nonostante la complessità dell’intera vicenda, con il comitato pro porto e il gruppo di lavoro costituito in Comune nuovamente sul piede di guerra, l’occhio dei privati mirerebbe ancora al porto rifugio. “Non è assolutamente venuto meno – spiega l’assessore Siciliano – c’è l’interesse di un gruppo privato, con il quale abbiamo concluso un protocollo di massima che ci consentirà l’eventuale collaborazione”. Non trapela altro, se non, appunto, la presenza di un’azienda privata che sarebbe interessata a valutare l’intera vicenda e ad intervenire qualora l’iter dovesse sbloccarsi. 

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