Chi sono gli indagati che corrono per l’Ars? A Palermo spunta Arancio tra gli “impresentabili”: “Faccio politica in modo irreprensibile”

 
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Gela. Il suo nome, insieme a quello di altri candidati all’Ars

in vista delle elezioni regionali del 5 novembre, è emerso durante il confronto che ieri i componenti della commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, hanno avuto con tutti i prefetti siciliani e con i responsabili degli uffici elettorali centrali e periferici.

Il vertice di Palermo. C’è l’uscente Giuseppe Arancio, infatti, nella lista di trenta potenziali “impresentabili”, che comunque non rischiano di saltare la competizione elettorale, oramai imminente, ma sono attualmente sottoposti ad indagini penali. Le verifiche su Arancio, in base a quanto riportato da Repubblica-Palermo, riguarderebbero l’inchiesta sulla Rsa Caposoprano. Il deputato regionale uscente, scelto nuovamente dai dem  nel tentativo di ottenere un secondo mandato, è tra gli indagati nell’indagine, chiusa nelle scorse settimane dai pm della procura gelese. Quello dell’ex consigliere comunale, tra i big locali del Pd, è uno dei nominativi emersi durante il confronto di ieri, in prefettura a Palermo. Passati al setaccio i dati di candidati sia di centrosinistra sia di centrodestra. Sarebbero in totale dieci i deputati regionali uscenti che, a poche settimane dalle elezioni, sono sottoposti ad inchieste giudiziarie. Le verifiche della commissione parlamentare antimafia sono mirate alle cosiddette liste pulite, slogan oramai coniato anche dagli stessi candidati all’Ars e, proprio ieri, due che corrono per la presidenza, il grillino Giancarlo Cancelleri e Claudio Fava della lista Cento Passi per la Sicilia, ne hanno approfittato per consegnare ai parlamentari una serie di atti e documenti. “Il mio nome? Non sono stato informato – dice Giuseppe Arancio – mi sembra molto strano che tra tutti i casi valutati, sia emerso pubblicamente solo il mio. Peraltro, parliamo di atti che dovrebbero essere secretati. Tutti sanno come faccio politica e come l’abbia fatta sempre in maniera irreprensibile. Tutti in città sanno chi è Peppe Arancio e come lavora, nella massima trasparenza”. L’esponente dem corre per il secondo mandato all’Assemblea regionale siciliana e, insieme al forzista Pino Federico, è tra i candidati più avvezzi agli scranni palermitani. Lo scorso maggio, proprio le posizioni di Pino Federico e dell’altro democratico di lungo corso Calogero Speziale, già presidente della commissione antimafia all’Ars, vennero archiviate dai pm palermitani nell’ambito di un’indagine sulle presunte “spese pazze” al parlamento siciliano. Le accuse nei loro confronti si dimostrarono deboli e il giudice delle indagini preliminari accolse la richiesta di archiviazione, in un filone investigativo che riguardò quarantacinque parlamentari siciliani, sia in carica che ex. Tra i filoni d’inchiesta, c’è anche quello cha ha interessato l’altro ex deputato democratico Miguel Donegani, che ancora attende il verdetto dei giudici di Palermo. La candidatura all’Ars di Giuseppe Arancio, voluta fortemente dai vertici locali del Pd, già mesi addietro è stata praticamente blindata e la segreteria cittadina l’ha confermata anche dopo la chiusura delle indagini scaturite dalle vicende della Rsa Caposoprano. Arancio, così come gli altri indagati che sono finiti al centro delle valutazioni di ieri a  Palermo, continua la sua campagna elettorale, in attesa di capire se gli elettori lo riconfermeranno.

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