“Ciao Pupetto”, vi racconto Francesco Foresta e il giornalismo senza padrini

 
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Gela. “Ciao pupetto”. Era questo il suo modo di salutare, senza fare distinzione tra collaboratore di periferia o redattore.

Era diventato un tormentone nella redazione del Giornale Di Sicilia, perché l’ironia era una delle doti innate di questo enfant-prodige del giornalismo siciliano. Francesco Foresta non c’è più. Lo ha portato via una malattia che non gli ha dato scampo malgrado la sua grande voglia di lottare. Ho avuto la fortuna di conoscerlo ed apprezzarlo quando il Giornale Di Sicilia era ancora un “giornale”, dove c’era voglia di crescere e combattere, scontrarsi anche, ma sempre con l’obiettivo di far meglio. Io ero un semplice corrispondente di un grosso centro come Gela e lui vice capo redattore. Era diverso rispetto agli altri capi. Era diretto, duro, a volte anche pesante con i suoi cazziatoni ma mai fuori logo. Ogni sua “osservazione” (diciamo telefonata-cazziata) era corretta. Esercitava il suo ruolo ma si fidava dei suoi collaboratori. Un esempio? Chiamò per chiedere chiarimenti su un lancio Ansa: “Hanno tentato di violentare una donna alle 7 di sera e noi non se sappiamo nulla a Gela?”, sottolineò. “E’ una bufala, l’abbiamo riscontrata”. “Lo dice l’Ansa”, ribattè. “Non è una notizia vera, io non la scrivo, mettete l’Ansa se volete”. Foresta non battè ciglio, chiamò il direttore in viva voce. “Giovanni, i ragazzi di Gela mi dicono che questa notizia non esiste e io mi fido di loro anche se lo dice l’Ansa”. La notizia non venne pubblicata.

Ciccio Foresta era anche questo. Era una penna brillante e pungente. Il suo stile unico. Il Giornale lo inviò a Trapani per la festa dell’eros. Scrisse un affresco carico di ironia. Tra tette in mostra e uomini con la bava davanti ad uno strip tease raccontò di aver incontrato un noto deputato regionale con amici. “Non si permetta di scrivere che ero qui, altrimenti le faccio passare un guaio…”, raccontò Foresta nel pezzo. Descrisse ogni dettaglio di quella fiera del sesso. Poi nell’ultimo rigo il colpo di penna geniale. “A proposito… l’onorevole che non voleva che scrivessi il suo nome è…”.

Ciao “Pupetto”. Francesco tu non ci sei più ma vivrai grazie alla squadra di magnifici collaboratori che hai creato con LiveSicilia. Ci hai dimostrato che il buon giornalismo esiste ancora.

Con stima, Fabrizio Parisi

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