Condannato per atti osceni, sì dai giudici del Tar ad un carabiniere: annullata la sua sospensione

 
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Gela. La sospensione dal servizio è da annullare. Il carabiniere venne denunciato. Così, è arrivato il verdetto dei giudici del Tribunale amministrativo di Catania sul caso di un carabiniere, già impegnato nella caserma del reparto territoriale di via Venezia. La sospensione gli venne comminata dopo la condanna a quattro mesi di reclusione, con pena sospesa, decisa nei suoi confronti dai giudici penali. Il militare, infatti, era accusato di atti osceni in luogo pubblico. Per quei fatti, subì anche un provvedimento di consegna per la durata di una settimana. La condanna penale subita in primo grado, comunque, è stata appellata. Stando ai legali del militare, però, la sospensione non sarebbe una misura giustificabile davanti ad accuse, comunque, che non comportano “la rimozione o l’interdizione” dai pubblici uffici ed inoltre “per i fatti penalmente contestati al ricorrente – come si legge in sentenza – era stata inflitta la sanzione disciplinare della consegna di giorni sette, sanzione non annoverata tra quelle che possono comportare la perdita del grado”. Per queste ragioni, stando ai legali del carabiniere, la sospensione andava annullata. Una posizione diametralmente opposta, invece, è stata portata avanti dagli avvocati sia del Ministero che dell’Arma. In base alle loro valutazioni, i fatti contestati al militare lederebbero “il prestigio ed il decoro dell’Arma”. I giudici amministrativi catanesi, però, hanno accolto le motivazioni presentate dai legali del militare, disponendo l’annullamento del provvedimento emesso ai suoi danni.

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