Confermata visita ministro Provenzano, dem: “Governo guarda alla città”

 
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I dem chiedono di fare in fretta sulla Camera di Commercio

Gela. La visita in città del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano è confermata, nonostante lo sblocco della proroga Via arrivata nelle scorse ore. Sabato, l’esponente del governo Conte avrà un confronto con le parti sociali e con l’amministrazione comunale. I dem locali ribadiscono la centralità politica della loro azione. “Questo governo dimostra di guardare alla città – dice il segretario cittadino del Pd Peppe Di Cristina – con la proroga Via firmata, si dà ossigeno a tanti lavoratori dell’indotto ma anche a quelli del diretto”. I democratici, per diverso tempo, hanno lavorato all’arrivo del ministro in città. Adesso, tocca ad un altro loro riferimento politico, il ministro per i beni culturali Dario Franceschini, chiudere con la presa d’atto della proroga firmata dal ministro dell’ambiente Sergio Costa. “Siamo di fronte ad un passo concreto ed importante per la rinascita di Gela e del suo territorio – dice il deputato regionale Giuseppe Arancio – sono state accolte molte nostre richieste, a cominciare dalla pulizia delle aree dismesse e dalla riqualificazione del sito. Ringrazio il governo nazionale, il ministro dell’ambiente Costa ed in particolare il ministro per il Sud Provenzano, con il quale in queste settime siamo stati costantemente in contatto ed al quale va riconosciuto un impegno importante, da parte sua e di tutto il Partito Democratico, per raggiungere questo risultato. Mentre il governo regionale guidato dal presidente Nello Musumeci prova a scippare a Gela i fondi del Patto per il Sud, noi lavoriamo con atti concreti per la rinascita del territorio”.

Di Cristina e il gruppo dirigente locale, che hanno cercato di mettersi alle spalle l’eredità politica del protocollo di cinque anni fa, che decretò la riconversione green della fabbrica, già da tempo parlano della necessità di smantellare del tutto i vecchi impianti di raffineria, così come indicato nel nuovo protocollo siglato tra Eni e ministero dell’ambiente. Spingono, inoltre, sul tasto delle bonifiche.

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