Cotone, addio? Vacirca, “c’è troppo disinteresse…questo sarà l’ultimo anno della sperimentazione”

 
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Gela. “Dopo cinque anni di sperimentazione e ottimi risultati, devo prendere atto che né la regione né gli enti universitari sembrano interessati alla rinascita del cotone in questo territorio”.

“Sarà l’ultimo anno del cotone”. L’imprenditore agricolo Francesco Vacirca conferma che quello in corso sarà l’ultimo anno di coltivazione del cotone sui suoi terreni di contrada Passo di Piazza. “E’ un vero peccato – dice ancora – dopo i primi passi mossi, nessuno ha voluto dare un vero sostegno a quest’attività. Quest’anno, ho proseguito la coltivazione solo con le mie risorse ma non è semplice affrontare costi tanto elevati. Ho voluto puntare molto anche sulla coltivazione biologica”. Di conseguenza, non ci sarà alcuna raccolta. Vacirca, insieme ad altri produttori e tecnici del settore, aveva puntato molto sulla ripresa dei campi di cotone lungo la Piana di Gela e non solo. “Altri due campi sperimentali sono stati avviati in contrada Burgio e a Settefarine – spiega – abbiamo dovuto constatare, però, molto disinteresse anche da parte degli enti universitari”. Il cotone, almeno nelle intenzioni, avrebbe permesso di ritracciare una linea con la storia produttiva del territorio locale, in passato al centro della produzione siciliana proprio di cotone.

“Il guayule? Spero sia compatibile”. “Questo sarà l’ultimo anno del cotone – conclude – nella vicenda legata al protocollo Eni, ho sentito più volte parlare di guayule. Onestamente, è una coltivazione che non conoscevo. Spero che chi l’ha pensata, abbia già effettuato verifiche per capire se sia compatibile con le nostre terre. La nuova amministrazione comunale? Abbiamo avuto dei contatti informali con l’assessore Simone Siciliano che ha diverse idee per il settore. Al momento, però, nulla di concreto. Noi coltivatori ci troviamo a fronteggiare una situazione molto difficile non solo da un punto di vista economico. La gran parte delle aree rurali di questa città è lasciata veramente all’abbandono”. 

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