Crisi indotto Eni, ex operaio fuori dalla fabbrica si rivolge al sindaco

 
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Gela. Senza lavoro da quasi cinque anni e, adesso, uno di loro ha scelto di rivolgersi al primo cittadino Angelo Fasulo per chiedere un sostegno economico.

Sono tutti ex operai dell’azienda Sudelettra, impegnata nell’indotto della fabbrica Eni. Hanno perso il loro posto di lavoro a causa di una riorganizzazione interna alla società che non gli ha più permesso di rientrare in fabbrica.
Dopo il licenziamento, infatti, circa una decina di loro non ha più trovato collocazione all’interno dello stabilimento di contrada Piana del Signore. Nonostante le vertenze vinte e i ricorsi favorevoli davanti ai magistrati del tribunale, niente si è riuscito a sbloccare.
Al culmine della tensione, uno di loro, con moglie e figli a carico, ha scelto di rivolgersi al primo cittadino: chiedendo un sostengo davanti ad una quotidianità sempre più difficile da sopportare. Senza uno stipendio fisso, tutto diventa complesso.
Durante l’incontro avuto con il primo cittadino, sono state spiegate le ragioni delle sue richieste. Difficile, però, che qualcosa possa sbloccarsi in tempi rapidi. Al momento, solo piccoli ingaggi in nero gli consentono di sbarcare il lunario e rispondere alle esigenze familiari.
Il ritorno in fabbrica, del resto, appare sempre più remoto. Così, con poche speranze a disposizione, il cinquantenne ha scelto di fare la trafila a Palazzo di Città ed ottenere un incontro con il sindaco Angelo Fasulo.
Intanto, la vertenza degli ex lavoratori della Sudelettra stenta a sbloccarsi. In molti, peraltro, contestano il mancato versamento di quanto stabilito nelle decisioni fino ad oggi pronunciate dai giudici del tribunale.

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