Di Maria ucciso a Genova, definitive condanne ai Morso: Cassazione non ha accolto ricorsi

 
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Sono diventate definitive le condanne ai Morso

Genova. Non sono stati accolti i ricorsi presentati dai legali del sessantatreenne gelese Vincenzo Morso e del figlio trentasettenne Guido Morso. Le sentenze di condanna sono diventate definitive. Guido Morso è stato condannato, a ventuno anni e cinque mesi di reclusione, con l’accusa di aver ucciso il ventottenne Davide Di Maria. Il corpo del giovane, ormai privo di vita, venne ritrovato in un’abitazione del quartiere Molassana, a Genova. Vincenzo Morso, da anni ritenuto il principale referente di Cosa nostra gelese in Liguria, è stato invece ritenuto responsabile solo del possesso di armi, con una condanna a tre anni e otto mesi di detenzione. Nei suoi confronti, già in appello, era caduto il concorso nell’omicidio. Da quanto ricostruito, i Morso si sarebbero recati nell’appartamento per un presunto chiarimento. Dietro, ci sarebbero stati affari legati al traffico di droga e alla spartizione delle piazze di spaccio nel capoluogo ligure. La discussione sarebbe subito degenerata. Padre e figlio erano armati. Avrebbero avuto una pistola, ma hanno sempre escluso di aver colpito Di Maria con una lama. Per il giovane, sarebbe stata fatale una coltellata. Nell’abitazione, c’erano altri due giovani, Marco N’Diaye e Cristian Beron, ritenuti vicini al gruppo di Di Maria. I legali dei Morso, gli avvocati Riccardo Lamonaca, Mario Iavicoli e Giacomo Ventura, hanno dettagliatamente ricostruito, secondo la loro versione, la dinamica di quel violento confronto, escludendo che gli imputati abbiano inferto i colpi decisivi.

Anche gli altri presenti, infatti, erano armati. La famiglia di Di Maria si è costituita parte civile, con l’avvocato Paolo Frank. La sentenza diventata definitiva ha condotto all’arresto dei Morso, fermati nelle scorse ore e trasferiti in carcere.

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