Droga e armi per il clan Rinzivillo, arrivano le prime richieste: quattordici verso riti alternativi

 
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Gela. Sono accusati di aver fatto parte del ricostituito clan Rinzivillo e di averlo finanziato soprattutto per il tramite dello spaccio di droga.

Le richieste dei difensori. In quattordici, tutti coinvolti nel blitz “Malleus”, hanno già deciso di definire le loro posizioni con riti alternativi. In sostanza, non andranno in dibattimento davanti ai giudici. Hanno preannunciato di voler patteggiare i difensori di Roberto Cosentino, Vincenzo Florio, Giacomo e Massimo Gerbino, Giuseppe Mangiameli, Baldasarre Nicosia, Alessandro e Davide Pardo, Antonio Radicia e Gaetano Smecca. Per il rito abbreviato, invece, hanno optato Ivan Casciana, Giuseppe Domicoli, Giuseppe Placenti, Giuseppe Schembri e Salvatore Stimolo. Niente riti alternativi, invece, per Valerio Longo, Domenico Trespoli, Giuseppe Lumia e Salvatore Di Nicola. Quattro degli arrestati nel blitz, inoltre, sono contemporaneamente sottoposti ad altro procedimento relativo al solo spaccio di droga e in ogni caso hanno scelto di patteggiare. Adesso, dopo le richieste avanzate dai difensori, spetterà ai gup del tribunale di Caltanissetta Francesco Lauricella e David Salvucci valutare e decidere sul via libera ai riti alternativi che, comunque, garantirebbero pene più lievi agli indagati.

Il finanziamento del clan. Il blitz “Malleus” venne messo a segno, lo scorso giugno, dagli agenti della mobile di Caltanissetta e da quelli del commissariato coordinati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. In base alle accuse, il clan Rinzivillo avrebbe avuto la possibilità di finanziarsi attraverso un vasto giro di droga che riusciva ad essere coordinato anche attraverso l’appoggio logistico dei clan catanesi. Si tornerà in aula il prossimo 3 febbraio. Nel pool di difesa, tra gli altri, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Davide Limoncello, Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Cristina Alfieri, Paola Turco, Giovanni Lomonaco e Danilo Tipo.    

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