Droga in città, pusher anche da altre province: riti alernativi per gli imputati

 
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Immagini di repertorio

Gela. In aula, si tornerà a gennaio. Davanti al gup Roberto Riggio, ci sono i coinvolti nell’inchiesta antidroga, che lo scorso luglio portò i carabinieri ad arrestare diversi presunti pusher e grossisti. In città, secondo i pm della procura e i militari dell’arma, il punto di riferimento per la droga era il trentaduenne Giuseppe Domicoli, che è stato già coinvolto in altre indagini sempre sullo spaccio di sostanze stupefacenti. Per gli inquirenti, avrebbe approfittato anche dell’attività commerciale di famiglia per incontrare clienti e presunti pusher, che arrivavano da altre zone della Sicilia, soprattutto dal ragusano e dall’agrigentino. Ieri mattina, le difese hanno avanzato richieste per riti alternativi. Un’istanza per il giudizio abbreviato è stata avanzata dal legale dello stesso Domicoli (difeso dall’avvocato Giacomo Ventura).

In base agli esiti dell’indagine, il trentaduenne avrebbe avuto un ruolo principale nella compravendita di droga. Dal gup, ne devono rispondere inoltre Antonio Lo Presti, Angelo Mangiavillano, Rocco Manuel Sentina, Rosario Arcerito e Vincenzo Frasca. L’inchiesta ha toccato Vincenzo Gerbino, Nicholas Giuseppe Barone e Bruno Di Stefano. Per gli inquirenti, i rapporti sarebbero stati frequenti e sempre incentrati sull’acquisto e la vendita di droga, anzitutto cocaina.

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