“E’ una trincea!”, il sindacato denuncia la crisi economica dell’intera provincia

 
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Gela. Una crisi economica con pochi precedenti che sta falcidiando decine di famiglie in tutta la provincia.

Rischio spopolamento. Per i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, il 2015 che sta per concludersi è stato l’anno “della trincea”. Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro lo ribadiscono chiaramente. “L’indebolimento ed il tentativo di cancellare i presidi sanitari storici esistenti da Mazzarino a Mussomeli – spiegano – e le lunghe liste d’attesa nelle due aziende ospedaliere esistenti e cioè il Vittorio Emanuele di Gela ed il Sant’Elia di Caltanissetta, ed inoltre l’impercorribilità di tutte le strade in direzione dei centri del Vallone, il grande tema della sicurezza negli edifici scolastici, l’importante e complessa riconversione dell’industria Eni”. I tre segretari parlano addirittura di un rischio spopolamento lungo l’intera provincia. “Cosa faranno i comuni – continuano – per mantenere già i precari servizi esistenti come ad esempio refezione scolastica, trasporto locale, assistenza ad anziani ed inabili? Cgil, Cisl e Uil si dichiarano disponibili da subito al confronto ed evidenziano che le politiche del governo nazionale rischiano di acuire il livello di povertà esponendo ancora una volta i sindaci ed il sindacato alla trincea in ogni singola comunità locale”.

Protocolli di legalità contro le possibili infiltrazioni mafiose. Il sindacato, inoltre, si rivolge al prefetto Maria Teresa Cucinotta attraverso un chiaro messaggio: protocolli di legalità contro il rischio d’infiultrazione mafiosa. “La presenza dell’organizzazione mafiosa – concludono – continua ad essere una costante. Ciò è dimostrato dai processi in corso ma anche dalle ultime operazioni antimafia ed anche in questo caso il sindacato propone procedure più snelle per l’utilizzo dei beni confiscati, risarcimento reale e tempestivo agli imprenditori che ottengono il rinvio a giudizio degli estortori, chiaro ed efficace sostegno ai lavoratori che non possono essere vittime due volte, una della mafia e l’altra di uno Stato lento e farraginoso nel far vivere la bellezza della legalità. Tutto ciò, come dimostrato a Gela, è ancora più allarmante anche in considerazione di svariati milioni di euro di investimento che l’Eni realizzerà nel 2016”.

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