Eni dà i numeri ma non convince nessuno, nuovo sciopero dei chimici: “I soldi spesi non sono serviti”

 
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Gela. Nonostante le rassicurazioni di Eni che giungono dai tavoli dell’Ars a Palermo, dove si è tenuta un’audizione davanti alla commissione attività produttive, la tensione è tutt’altro che smorzata.

Sciopero nazionale dei lavoratori Eni. Adesso, arriva una nuova giornata di sciopero generale di tutti i dipendenti del gruppo Eni in Italia, compresi quelli presenti in città. Le segreterie nazionali di Filctem, Femca e Uiltec, le sigle della triplice che si occupano della chimica, hanno scelto il prossimo 19 febbraio. Quindi, gli operatori della raffineria di contrada Piana del Signore, del gruppo Enimed e di tutte le altre società della multinazionale presenti in città si fermeranno nuovamente dopo la protesta dello scorso 20 gennaio. “Il disegno di Eni resta sostanzialmente quello prospettato dai vertici del gruppo nel 2014-2015 – sottolineano i segretari generali Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani – dismissione della chimica e di Gela, progressiva riduzione della capacità di raffinazione, cessione di Saipem e di gas&power. In questo modo Eni presenta interamente il conto della caduta del prezzo del petrolio al proprio paese, incoraggiato anche dal tumultuoso e contraddittorio dibattito sulle trivellazioni”. La conferma arriva dai segretari provinciali Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania. “Il 10 febbraio – spiegano – saremo impegnati in un attivo nazionale a Roma che servirà a lanciare un’altra piattaforma rivendicativa”.

“I soldi spesi da Eni non hanno avuto alcun effetto”. Lo scontro tra azienda e sindacati si acuisce anche considerando la presa di posizione dei segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil alla conclusione dell’audizione all’Ars. “200 milioni di euro spesi da Eni nel 2015 – spiegano Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania – non hanno avuto nessun effetto nell’occupazione dell’indotto come non lo hanno avuto nell’impiego locale del diretto che proprio nel 2015 è fortemente dimagrito di 650 unità lavorative. Cgil, Cisl e Uil si appellano, per l’ennesima volta, alla deputazione regionale e nazionale eletta in provincia di Caltanissetta, in particolar modo ai deputati della città che dovrebbero svolgere con vigore il loro ruolo ed oltre a ciò con efficacia avendo ben presente che rispetto ad una vertenza storica le azioni devono essere straordinarie, il resto è solo danno e perdita di tempo”. Quindi, il sindacato rispedisce al mittente i numeri snocciolati dai manager Eni davanti alla commissione attività produttive dell’Ars e si appellano alla politica. “Ribadiamo che ad oggi il sindacato dei lavoratori, i commercianti ed il clero – concludono – hanno elevato la rivendicazione. Coloro che hanno il potere, la politica, non aspetti consigli, faccia!”.

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