Esclusa dalla White list, Tar conferma interdittiva antimafia a “Balestrieri Appalti”

 
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Napoli. Sono lunghe e articolate le motivazioni che hanno indotto i giudici amministrativi del Tar Campania a confermare l’interdittiva antimafia alla “Balestrieri Appalti”, azienda dello stesso gruppo del quale fa parte Tekra (giovedì destinataria di una nuova proroga per il servizio rifiuti in città). Proprio Tekra non è toccata dall’interdittiva, che già lo scorso anno porto’ ad escludere la “Balestrieri Appalti” dalla White list delle aziende estranee ad infiltrazioni criminali. I giudici amministrativi non hanno accolto il ricorso presentato dal pool di legali dell’azienda, certi invece dell’illegittimità dell’esclusione. Per i legali, non sussiste il pericolo di infiltrazioni criminali. I giudici hanno analizzato atti e documentazione. Tra gli aspetti decisivi, i rilievi degli investigatori, compresi quelli della procura di Gela. Viene più volte citato il rinvio a giudizio per due imprenditori del gruppo, attualmente a processo davanti al collegio del tribunale locale, anche per ipotesi corruttive relative appunto al servizio rifiuti. L’interdittiva indusse diversi sindaci di Comuni campani a revocare gli appalti alla “Balestrieri Appalti”. Il prefetto partenopeo scrisse di “permeabilità ai voleri della criminalità organizzata”. Per i legali della “Balestrieri Appalti”, i fatti posti a fondamento dell’interdittiva non possono considerarsi decisivi, essendo invece “accadimenti datati, episodici e non connessi tra loro”. 

I giudici del Tar campano però hanno dato pieno riscontro alla decisione della prefettura, sottolineando la completezza dei riscontri, che hanno portato ad individuare il rischio di infiltrazioni criminali. Più volte, si richiamano, seppur omissate, le posizioni di due soci, attualmente a processo davanti ai giudici gelesi. “La risalenza nel tempo dei fatti, in ragione della valenza sintomatica dei reati considerati dal legislatore, non sottrae ad essi il perdurante rilievo che assumono nella valutazione rimessa al prefetto”, aggiungono i giudici nelle motivazioni. “Il prefetto non si è peraltro limitato ad assumere il dato costituito dal rinvio a giudizio, ma ha altresì considerato quanto emergente dagli atti forniti dalla guardia di finanza di Gela e dal rinvio a giudizio, esplicitando gli elementi sintomatici tratti dai fatti contestati (collusione, uso di mezzi fraudolenti per turbare la gara, frode nell’esecuzione, corresponsione di utilità ad incaricato di pubblico servizio e a pubblico ufficiale)”, si legge nella sentenza. Il Tar non ha accolto il ricorso, confermando l’esclusione dalla White list della “Balestrieri Appalti”, sostenendo che il quadro sia  “adeguatamente comprovante il pericolo di permeabilità della società ricorrente, trattandosi peraltro di fatti non trascurabili, che constano di condanne riportate, legami parentali con esponenti della criminalità, deferimenti all’autorità giudiziaria, contatti con soggetti gravati da precedenti di polizia e riconducibilità all’ambito familiare di società a loro volta destinatarie di interdittive”, aggiungono nella sentenza. Nelle motivazioni, diversi passaggi argomentativi sono dedicati all’ordinanza della procura gelese che poi ha portato a processo due soci.
L’ufficio stampa della “Balestrieri holding” precisa che l’interdittiva antimafia non riguarda la “Balestrieri Impianti”.

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