Esplosione mercato, per familiari vittima ci furono violazioni: no Comune a mediazione

 
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L'esplosione risale allo scorso anno

Gela. Per i familiari della sessantaquattrenne Giuseppa Scilio, morta un anno fa a causa delle conseguenze dell’esplosione di via Madonna del Rosario, ci sarebbero state diverse violazioni di legge nella gestione e nell’organizzazione dell’area mercatale. Non sarebbero stati effettuati i controlli necessari da parte del Comune, proprietario dello spazio occupato dagli ambulanti. Attraverso il loro legale, l’avvocato Ivan Bellanti, hanno chiesto di attivare una mediazione civile, alla quale però Palazzo di Città non ha dato seguito. C’è stata una prima richiesta di rinvio inoltrata all’organismo incaricato, ma al secondo incontro fissato nessun rappresentante del municipio si è presentato. Una rinuncia che quasi sicuramente spingerà i familiari della donna deceduta ad agire davanti ai giudici civili del tribunale. L’indagine penale avviata dai magistrati della procura dopo quell’esplosione è attualmente in corso. La deflagrazione sarebbe partita da una rivendita mobile di polli e prodotti di rosticceria, collocata nel perimetro del mercato rionale. Secondo il legale della famiglia, che ha attivato la procedura di mediazione, non sarebbero state rispettate le distanze di legge e sarebbero mancate le misure di precauzione, necessarie in zone mercatali come quella di via Madonna del Rosario. Ci sarebbero responsabilità da parte delle autorità comunali, che però hanno scelto di non aderire alla mediazione e alle richieste risarcitorie. Tutto questo mentre sabato scorso è stata inaugurata una targa commemorativa, nel ricordo delle vittime.

Tra le bancarelle del mercato, appena riattivato dopo lo stop per il lockdown, è stato il sindaco Lucio Greco a spiegare che le famiglie colpite non verranno lasciate sole. La vicenda, oltre agli inevitabili risvolti penali (il titolare della rivendita esplosa è indagato), avrà però quasi sicuramente un prosieguo civile, almeno nei confronti del Comune.

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