Failla ucciso nel suo bar, parte udienza preliminare: familiari vittima sono parti civili

 
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Gela. Le difese hanno chiesto e ottenuto un termine per valutare un recente pronunciamento della Corte di Cassazione, intervenuto sulla posizione di uno degli imputati, il nisseno Cataldo Terminio. A fine novembre, il gup del tribunale di Caltanissetta inizierà a valutare le accuse mosse contro lo stesso Terminio e contestate anche al gelese cinquantaduenne Angelo Bruno Greco, al boss Giuseppe Madonia e ad Angelo Palermo. Per i pm della Dda, ci sarebbero loro dietro all’omicidio di Giuseppe Failla, ammazzato trentuno anni fa, all’interno del suo bar, in via Cadorna, nel cuore del centro storico. Un agguato che i magistrati sono riusciti a ricostruire dopo decenni, basandosi anche sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. I familiari della vittima hanno deciso di costituirsi parti civili, con il sì del giudice. Sono rappresentati dall’avvocato Giovanni Bruscia. In base a quanto emerso dalle indagini, l’ordine sarebbe partito dai vertici nisseni di Cosa nostra e il commando sarebbe poi entrato in azione, senza lasciare scampo all’allora cinquantenne Failla. Il cadavere venne ritrovato da alcuni avventori.

I quattro coinvolti, difesi dagli avvocati Sergio Iacona, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Michele Micalizzi ed Eliana Zecca, in fase di indagine hanno negato di essere autori dell’azione di morte. I giudici del riesame hanno annullato l’ordinanza emessa nei confronti di Greco e di recente sono intervenuti anche sulla posizione di Cataldo Terminio. Tutti fattori che verranno valutati dal gup nisseno.

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