Famiglie sfrattate al posto dei migranti: l’Ipab Aldisio apre agli indigenti

 
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Gela. Gli immigrati del centro di accoglienza gestito dalla cooperativa Gela Ambiente mercoledì lasceranno la casa di ospitalità per anziani “Antonietta Aldisio”. Il progetto Sprar avviato il 26 luglio scorso è terminato. Al loro posto potrebbero essere inseriti dieci indigenti su richiesta dell’amministrazione comunale che cerca di dare una risposta all’emergenza abitativa di molte famiglie.

La convenzione prevede, a carico delle casse di Palazzo di Città, un versamento giornaliero di venti euro per ogni ospite. Una soluzione per garantire nuovi introiti alla casa di ospitalità di via Europa che accusa gravi carenze economiche e l’impossibilità di utilizzare parte dell’edificio. Ad aggravare la situazione la segnalazione del personale dell’ufficio Igiene dell’Asp che aveva riscontrato condizioni igienico-sanitarie precarie nella sezione uomini. Intanto, dopo oltre sei mesi di accoglienza, anche gli ultimi 19 rifugiati politici vanno via.
Saranno trasferiti in altre strutture del territorio nazionale. Con esattezza, dieci verranno destinati ad un centro di Modena e gli altri nove a Teramo. I trasferimenti, che inizieranno domani e si concluderanno entro mercoledì, consentiranno di liberare i locali che per 57 anni sono stati affidati alle suore della Carità San Vincenzo de Paoli.
Le stanze in questione, di proprietà dell’ipab gestita da don Giovanni Tandurella, la scorsa settimana sono state interessate da un incendio. Gli immigrati avevano dato alle fiamme quattro materassi annerendo le pareti interne e danneggiando una porta e due finestre, proprio in segno di protesta contro il ritardo della commissione ministeriale per il rilascio dei documenti. In attesa che addetti della società Gela Ambiente avviino un intervento di restauro i locali potrebbero essere adibiti per ospitare un progetto di emergenza educativa avviato dal comune.
“Il problema dell’Antonietta Aldisio è legato alla mancanza della manutenzione straordinaria dei locali – spiega l’assessore Ugo Costa – Ci vogliono soldi e l’emergenza abitativa è un modo per tamponare. Comunque, al di la del tentativo di risolvere qualche problema, non abbiamo una capacità economica per avviare un vero e proprio intervento di ristrutturazione della storica struttura. L’ipab ha un suo consiglio di amministrazione che dovrebbe decidere e programmare. Sappiamo che non hanno risorse economiche, condizione che rende tutto più difficile”.
Secondo l’assessore Costa il progetto di emergenza educativo che consentirà di aiutare per tre mesi dieci soggetti con difficoltà economiche non investirà i locali liberati dagli immigrati. “Dovranno garantirci alcune stanze per accogliere dieci persone con disagi – sottolinea Ugo Costa – Lunedì effettueremo un sopralluogo con gli assistenti sociali del comune. La visita ispettiva consentirà di definire meglio l’avvio dell’iniziativa di emergenza abitativa. Di certo i soggetti ospitati dovranno collaborare alle faccende della casa di ospitalità e pagare un contributo forfettario di venti euro al giorno”.

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