Fumi dalla fabbrica Eni, parlano i dipendenti Meic: “Persi una bambina”

 
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Gela. Tanfo insopportabile e continue emissioni che li avrebbero raggiunti anche durante le giornate lavorative nell’impianto Meic Services lungo la statale 115.

“Tanfo continuo”. A rispondere di quei fatti sono gli ex responsabili della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore Bernardo Casa, Alfredo Barbaro e Michele Viglianisi. Le principali conseguenze sarebbero state riportate dai dipendenti dell’impianto Meic che dista pochi metri dalle ciminiere dello stabilimento. “Ogni giorno eravamo costretti a respirare sostanze d’ogni tipo – hanno detto gli operatori della stazione di servizio sentiti in aula davanti al giudice Manuela Matta – nell’estate di tre anni fa, però, abbiamo denunciato i fatti ai carabinieri. Eravamo costretti ad utilizzare le maschere antigas. E’ assurdo”. In tre finirono all’ospedale Vittorio Emanuele dopo aver manifestato evidenti malori. Stando ai magistrati della procura, si sarebbe trattato dell’effetto più immediato di emissioni rilasciate dalla fabbrica Eni. Parti civili si sono costituti anche gli imprenditori Elio, Maurizio e David Melfa oltre a due dipendenti dell’impianto. Parti civili, inoltre, sono l’ente comunale, il ministero dell’ambiente e la regione oltre alle associazioni Legambiente, Amici della Terra e Aria Nuova. Sono rappresentati dagli avvocati Giovanna Zappulla, Joseph Donegani, Antonella Barbera, Giuseppe Romano, Antonino Ficarra e Pierfrancesco La Spina.

“Persi una bambina”. “Purtroppo – ha detto un’ex dipendente del gruppo Meic – nel 2010, durante la gravidanza, persi la bambina. Tutto era in regola ma gli specialisti riscontrano delle gravi malformazioni al cuore. Mi chiesero se avessi mai inalato sostanze pericolose. Spesso, sul posto di lavoro, percepivo un tanfo che mi creava malesseri”. Gli operatori sentiti e uno degli investigatori che si occuparono delle indagini hanno risposto alle domande formulate dal pubblico ministero Lucia Lotti. I difensori degli imputati, gli avvocati Piero Amara, Alessandra Geraci e Gualtiero Cataldo, insieme a Pietro Granata, legale della raffineria Eni finita a giudizio come responsabile civile, hanno cercato di approfondire il punto relativo alla frequenza delle emissioni percepite dai dipendenti della Meic Services, sottolineando come solo in un caso fosse stata presentata una denuncia formale nonostante molti operatori lavorassero da anni in quell’area. Adesso, nuovi testi verranno sentiti alla prossima udienza del 5 maggio.

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