Gioco compulsivo, Turco incontra la commissione cultura: fenomeno grave, l’Asp è insufficiente

 
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Gela. Mancano dati certi e le strutture locali dell’Asp non hanno né mezzi né personale necessario per andare incontro alla “deriva” del gioco compulsivo.

Sono queste le principali preoccupazioni emerse durante l’incontro voluto dai componenti della commissione comunale cultura, presieduta da Salvatore Sammito e composta anche da Luigi Di Dio, Sara Bonura, Angelo Amato e Crocifisso Napolitano. I consiglieri hanno scelto di incontrare, in audizione, il saggista e free lance Andrea Turco, autore dell’inchiesta “Fate il loro gioco – La Sicilia dell’azzardo”. Un’analisi di come il gioco compulsivo sia diventato una vera e propria patologia, nella gran parte dei casi però sostenuta dalla Stato che gestisce i principali canali legati proprio al gioco e alle scommesse. “Purtroppo – dice Turco – le strutture locali dell’Asp fanno già fatica a sostenere il peso dei “dipendenti” tradizionali, ovvero quelli da alcol o droghe. Mancano veri e propri servizi clinici destinati ai malati da gioco. Ovviamente, non tutti si considerano dipendenti dal gioco ma chi lo capisce fatica a trovare supporti”. A spingere per l’audizione in commissione è stata soprattutto il consigliere Sara Bonura che ha ottenuto il via libera dagli altri colleghi e dal presidente Salvatore Sammito. “Quello che più ci preoccupa – dice – è proprio la carenza di supporti sanitari in città. Sappiamo, attraverso quanto riferito da Turco, che solo una struttura privata in città riesce a fornire operatori specializzati nell’approccio alle patologie da gioco. E’ chiaro che la questione verrà ulteriormente approfondita. Già a settembre, ci ripromettiamo di avviare un tavolo di confronto ancora più allargato che riguardi non solo il gioco patologico ma anche altre forme di dipendenza”. Un auspicio ribadito dal presidente della commissione Salvatore Sammito. “Abbiamo avviato un primo monitoraggio – conclude – cercando di confrontarci con gli esperti di diversi settori. Non ci sono solo le dipendenze ma esistono anche altre situazioni sociali da valutare. Mi riferisco al sostegno ai diversamente abili oppure ai piccoli affetti da disturbi dell’apprendimento. In questa città, su diversi fronti, mancano strutture che andrebbero invece avviate al più presto”.

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