Giudice, “successo mostra sul mito di Ulisse prova che un altro sviluppo è possibile”

 
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Giudice in visita alla mostra

Gela. Un segnale, tangibile, di un’industria diversa da quella tradizionale. Il successo fino ad oggi incassato dalla mostra sul mito di Ulisse, con l’esposizione dei resti della nave greca, per il sindacalista Cgil Ignazio Giudice può essere un concreto punto di partenza. “Oggi la città deve avvertire forte e chiara la grande opportunità rappresentata dalla mostra della nave greca, intitolata al “Mito di Ulisse”. Il successo non era scontato ma era auspicabile. Bene, anzi benissimo, hanno fatto la Regione e la Soprintendenza a prorogare l’esposizione fino al 30 ottobre. Siamo ad oltre 30 mila presenze. Da tutto il mondo hanno scelto di vedere la nostra nave – dice – visitatori che parleranno del valore culturale della mostra, del suo fascino, degli allestimenti suggestivi che sono stati creati. Noi cittadini abbiamo il dovere di rivendicare il diritto alla riappropriazione della nostra storia e per farlo dobbiamo sfidare i sogni, criticando aspramente ciò che non va ed esaltando ciò che va bene. Dalle informazioni che ho acquisito, entro il primo semestre del prossimo anno sarò pronto il Museo del Mare, un’altra grande e unica opportunità per la città e per la Sicilia, ma a questo punto per l’Italia e per il mondo intero, perché significherà godere di un bene universale dal valore inestimabile”.

Giudice ritorna sul valore di un’alternativa per mutare il volto della città. “Credere ad un’industria che non inquina è possibile e questi mesi hanno consolidato il convincimento di molti. Auspico per tutti noi che questo convincimento si trasformi in consapevolezza radicata e in azioni volte a far rifiorire la nostra città. Io ci credo. Ognuno di noi deve continuare a promuovere la mostra e quest’idea di città, perché coincidono con il nostro futuro”, conclude.

1 commento

  1. Sono sulla stessa line di Giudice , stiamo facendo dei passi avanti
    ma attenzione , si parla di termovalorizzatore in citta , se lo fanno , facciamo cento passi indietro

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