Ha scontato la pena per l’omicidio Bellomo: “Niente libertà vigilata, Curvà non è pericoloso”

 
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Gela. Negli scorsi mesi ha finito di scontare l’intera condanna che gli venne imposta dai giudici della Corte d’assise d’appello di Catania, nel 2014. Ad Emanuele Curvà, oggi quarantunenne, fu irrogata la pena di quindici anni e quattro mesi di reclusione, per il concorso nell’omicidio dell’esercente Luciano Bellomo, ucciso a Macchitella nel 2007. I magistrati del tribunale di sorveglianza di Caltanissetta, adesso, escludono che Curvà sia ancora pericoloso. Non dovrà essere sottoposto alla misura della libertà vigilata per tre anni, così come prevedeva invece la sentenza della Corte d’assise d’appello catanese. Sono state accolte le indicazioni fornite dal difensore, l’avvocato Rosario Prudenti. Analizzando le relazioni degli esperti che hanno seguito il percorso di Curvà, è emerso che durante la detenzione ha avviato un percorso personale che l’ha portato ad ammettere le proprie responsabilità e a costruire un tipo di vita diverso da quello del passato. Gli investigatori che si occuparono dell’omicidio arrivarono a lui al termine di un’indagine che condusse all’arresto di Giuseppe Domenico Cafà, poi condannato in via definitiva a ventisei anni di reclusione, come autore materiale dell’agguato mortale. Il tribunale di sorveglianza nisseno ha inoltre analizzato con favore il fatto che gli ultimi mesi di pena Curvà li abbia trascorsi in detenzione domiciliare, in città, e senza alcuna segnalazione dalle forze dell’ordine. Sta cercando di reinserirsi, dopo aver messo alle spalle il pesante passato. Nella decisione incide l’assenza di altri precedenti recenti e la volontà del quarantunenne di portare avanti una quotidianità lontana da qualsiasi illecito. Dall’inchiesta e dal successivo giudizio emerse che fu lui ad accompagnare Cafà a Macchitella. Bellomo venne ucciso in viale Mattei.

Il tribunale di sorveglianza ha concluso per “non dare luogo all’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata”. Già lo scorso anno, i giudici palermitani, accogliendo l’istanza del legale, gli concessero i domiciliari per scontare l’ultimo periodo di pena. Curvà lasciò il carcere per fare rientro in città, ai domiciliari. Da qualche mese è libero e non sarà sottoposto neanche alle restrizioni della libertà vigilata.

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