I beni sequestrati ad un ambulante, verifiche ulteriori sui conti: è ritenuto vicino al gruppo Alferi

 
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Gela. La verifica dei conti personali verrà estesa anche al periodo precedente al 1997. I giudici del tribunale delle misure di prevenzione di Caltanissetta hanno accolto la richiesta formulata dal legale di fiducia dell’ambulante cinquantenne Rosario Consiglio.

La valutazione dei conti. Beni per mezzo milione di euro vennero sequestrati perché ritenuti frutto di capitali illeciti. Consiglio è considerato dagli inquirenti vicino al gruppo del boss Peppe Alferi. Il legale di difesa, l’avvocato Salvo Macrì, aveva già chiesto di valutare, attraverso il perito scelto dai giudici, i dati contabili precedenti proprio al 1997. Stando all’esperto nominato dai magistrati nisseni, il patrimonio maturato dall’ambulante nel periodo compreso tra il 1997 e il 2012 sarebbe stato sproporzionato rispetto agli introiti accertati. Una ricostruzione messa in dubbio dalla difesa che, per questo motivo, ha richiesto una valutazione ulteriore. In aula, inoltre, verrà sentita l’esperta scelta dal difensore che ha valutato l’intera documentazione finanziaria. Un’abitazione nel quartiere Baracche e una proprietà terriera nella zona di Settefarine vennero sequestrate insieme a conti corrente, carte postepay e buoni fruttiferi. L’ambulante, invece, ha sempre sostenuto che i beni finiti al centro della vicenda siano da legare solo alla sua pluriennale attività commerciale.

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