“I dirigenti di raffineria come accattoni!”: la rabbia monta, le IMMAGINI dell’attivo

 
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Gela. “Questi dirigenti di raffineria si sono comportati come veri accattoni. Prima hanno firmato accordi per gli investimenti e, adesso, fanno retromarcia”. Il segretario provinciale generale della Cgil Nino Giannone

ha esordito in questo modo durante l’attivo sindacale convocato per comprendere meglio il da farsi dopo l’ufficialità di un taglio che sembrerebbe condannare la raffineria di contrada Piana del Signore.
“Siamo stati convocati in procura – ha detto il segretario della camera del lavoro Ignazio Giudice – per spiegare i motivi dei blocchi. E’ semplice, si tratta della normale reazione al tradimento di Eni. In ogni caso, il sindacato appoggia la protesta e ne assume tutte le conseguenze”.
Una manifestazione cittadina, la prosecuzione dei blocchi e l’obiettivo di arrivare fino a Roma. Senza cambi turno, però, i dirigenti della fabbrica hanno già messo in preventivo l’eventuale fermata di tutti gli impianti.
“Quest’azienda non la conosciamo più – ha aggiunto il segretario provinciale della Femca Cisl Francesco Emiliani – l’abbiamo aiutata e, adesso, ci abbandona in questo modo”. La rabbia dei lavoratori si è abbattuta anche sui sindacalisti presenti.
“Ci dovete dare certezze su cosa fare – si sono sfogati – dobbiamo assicurare i cambi turno? Dobbiamo bloccare tutto? Dateci delle indicazioni”. La rabbia è enorme. Adesso, gli obiettivi sensibili si chiamano pozzi d’estrazione e Green Stream, la linea di pipeline che trasporta gas dal nord Africa ai terminali locali. Potrebbero essere i punti da bloccare per dare un messaggio alla dirigenza di raffineria e di Eni. Indotto e diretto sono davanti ad un punto di non ritorno. Lavoratori e famiglie rischiano di non aver più alcun futuro.

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