“I lavoratori locali muoiono e l’Inps impugna le sentenze”, l’amianto killer: “La politica faccia di più”

 
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Gela. “La politica deve collaborare maggiormente. Centinaia di lavoratori locali sono affetti da patologie legate all’esposizione all’amianto”.

L’ostruzionismo dell’Inps. La sezione locale dell’Osservatorio nazionale amianto, presieduta in città da Salvatore Granvillano, ha rilanciato l’allarme, nel corso del dibattito pubblico tenutosi nelle scorse ore. Il vero paradosso è stato messo in luce non solo dai lavoratori ma anche dai legali che, da anni ormai, seguono le sorti giudiziarie di molti operai. Da un lato, c’è il riconoscimento dell’esposizione alle fibre killer, anche attraverso quanto ricostruito dagli specialisti; dall’altro, invece, i funzionari dell’Inps continuano, attraverso i propri legali, ad impugnare tutte le sentenze civili che confermano l’esposizione degli operai locali, allungando enormemente i tempi per l’eventuale chiusura delle pratiche di concessione dei contributi previdenziali. “Gli operai della raffineria muoiono – ha più volte detto lo stesso Granvillano – e l’Inps continua a contestare quanto deciso dai giudici”. Così, a rompere gli indugi è stato l’avvocato Ezio Bonanni, tra i fondatori dell’Ona nazionale, che segue le vicende giudiziarie di decine di lavoratori gelesi. “A questo punto – ha detto – non escludo di presentare una formale denuncia proprio contro Inps”. Al tavolo, c’erano anche gli avvocati Lucio Greco e Giuseppe Ventura che, comunque, non hanno risparmiato critiche rispetto a quanto accade a livello regionale. In città, infatti, rispetto a quanto si verifica in altre regioni, il riconoscimento dell’esposizione all’amianto dei lavoratori è limitato ad un periodo temporale molto più breve, nonostante diverse inchieste giudiziarie abbiano accertato la presenza di amianto nella fabbrica Eni anche in anni recenti.

Il monitoraggio regionale. Intanto, è ancora poco chiara la sorte dei circa ventidue milioni di euro che la Regione avrebbe dovuto mettere a disposizione per finanziare un vasto progetto di mappatura dell’amianto in Sicilia, istituendo un vero e proprio registro dei lavoratori colpiti. Un punto che è stato rilanciato dal deputato regionale Pippo Gianni. Per questo motivo, lavoratori e legali si sono rivolti al sindaco Domenico Messinese, presente al dibattito. “Da sette anni porto avanti le attività dell’Ona in città – dice Granvillano – ma, purtroppo, le amministrazioni comunali che si sono succedute non ci hanno mai veramente supportati. Serve un tavolo tecnico di confronto”. Intanto, come illustrato dallo specialista Antonino Biundo, sono oltre 177 i lavoratori di recente sottoposti a screening medico, in base ad un progetto regionale avviato nelle aree a rischio industriale. “Da questo punto di vista – ha spiegato il medico che coordina l’equipe impegnata all’ospedale Vittorio Emanuele – bisogna ringraziare i lavoratori dell’Ona e l’Asp che ha colto la necessità di avviare esami approfonditi sull’intera vicenda”. Il potenziale campo di intervento dell’equipe medica riguarda oltre tremila nominativi inseriti negli elenchi a disposizione degli specialisti.

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